A Laorca l’addio commosso ad Alex: “Eri un grande”

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LECCO – Gli amici di sempre, la squadra di calcio,  la mamma e il papà, i parenti, i compaesani. Giovani e meno giovani, in tantissimi giovedì mattina si sono riuniti nell’ex campo di calcio di Laorca, il campo inferiore dell’oratorio, per dare l’ultimo commosso saluto ad Alex Crippa, il 21enne lecchese scomparso in seguito ad un tragico incidente stradale avvenuto nella notte tra venerdì e sabato scorso sulla vecchia Lecco-Ballabio.

Di Belledo, rione dove risiedeva con la famiglia, Alex era praticamente cresciuto a Laorca, dove aveva militato nella locale squadra di calcio, il GSO Laorca, per poi tornare a giocare nella Lecco Alta, nata dalla fusione con il GSO San Giovanni. E proprio l’ex campo da calcio è stato scelto dai parenti per tributargli l’ultimo saluto.

La bara è giunta a Laorca pochi minuti dopo le 10, portata in spalla dagli amici del giovane ventenne, stretti nel silenzio. Insieme, diversi oggetti personali di Alex: un casco da moto, le scarpette da calcio e la sacca degli allenamenti, un pallone, la foto di squadra, una coppa. Tutto è stato posizionato per terra, ai piedi della bara in legno grezzo ricoperta di fiori e da una foto del giovane, sorridente.

Don Andrea Bellani

 

Per come lo conoscevo Alex era un gioioso – ha detto don Andrea Bellani, parroco di Belledo che ha celebrato la Santa Messa con Don Claudio Maggioni, parroco di San Giovanni e Laorca – in questi giorni sono dolore e lacrime a farci compagnia ma non dobbiamo farci trascinare a fondo dalla tristezza. Abbiamo bisogno di queste lacrime – ha continuato – si sa, puliscono gli occhi, e ci aiuteranno a vedere ciò che è più prezioso. Di fronte alla morte di Alex abbiamo bisogno di andare a scavare nella profondità del nostro cuore per trovare tutto quello che di buono c’è. Nel dolore però dobbiamo ricordarci che le lacrime non sono per sempre: ora vediamo il tramonto di una vita, ma c’è un’aurora che ci promette che questo non è un passaggio di cui rammaricarsi. Alex vivrà sempre con noi”.

Dal balcone, poco dopo l’inizio della messa, alcuni amici hanno calato due striscioni, uno raffigurante un 33, il numero della maglia di Alex, indossato da diversi partecipanti al funerale. L’altro recitava la frase di una canzone, Vibra Positiva di Zona Ganjah: “Mira para arriva y agradece, porque tienes una vida pese lo que pese, ahora abre tu ventana mira para afuera, existen cosas bellas, existen cosas buenas” (Guarda in alto e ringrazia, perchè hai una vita nonostante ciò che pesa, ora apri la tua finestra e guarda fuori, esistono cose belle, esistono cose buone, ndr).

“Alex dovevi sempre arrivare prima – sono state le parole pronunciate dalla madre – a quattro mesi hai messo il tuo primo dente, a un anno andavi in bici. Hai vissuto la tua breve vita senza ascoltare i consigli degli altri, dovevi fare sempre di testa tua. Volevi fare troppe cose, troppe, forse una vita sola non ti sarebbe bastata per farle tutte. In questi giorni ci accompagna tanto dolore, ma l’amore che tutti voi ci avete testimoniato lo ha superato. Alex eri imprevedibile e testardo, ma anche felice, sorridente, sensibile, pieno di amore, buono, generoso, altruista. Sei un grande”.

Hai  tenuto duro fino alla fine, fino a quando hai potuto donare te stesso agli altri – ha proseguito la madre ricordando l’ultimo grande gesto di amore, la decisione della famiglia di Alex di donare gli organi – Con il tuo 33 hai salvato il mondo. Solo ora ho capito quanto siamo uguali e ci amavamo. Eravamo la mamma e il figlio giusti. Ora la nostra vita non sarà più la stessa ma grazie alla tua immensa generosità altre famiglie avranno un futuro migliore. Una vita non ti bastava, ora ne hai tante, vivitele tutte fino in fondo“.

Quindi un appello agli amici: “Pregate per noi e per le famiglie che hanno ricevuto il dono di Alex, perchè tutto vada bene. Noi vi aspettiamo a casa, per un saluto, o un abbraccio, e per prendere il vostro ricordo di Alex. Quello che era suo ora è vostro. Questo avrebbe voluto”.

E’ stato poi uno degli amici a leggere un ricordo: “Sei l’amore fatto a persona. Nella tua breve vita mi hai insegnato così tanto. Tu che la vivevi col cuore, sorridendole sempre. Mi manca tutto. Le nostre sfide per ogni cosa, le nostre imprese, il fantasticare sulla nostra vita futura. Alex, sei il sole che mi scalderà sempre dentro”. Infine, i compagni di calcio: “33 è dispari, ma ora le partite le giocheremo pari. Sono sempre i migliori ad andare per primi. Ciao Alex, per sempre tuoi, per sempre nostro”.

Al termine della Messa, prima di recarsi verso il cimitero di Castello dove la salma riposerà, un ultimo, significativo gesto: gli amici hanno firmato la bara di legno grezzo, chi con il nome, chi con una frase, chi con un disegno, siglando così un legame e un affetto che non passeranno mai. “Abbiate cura della vostra vita – ha concluso la mamma del giovane – Alex ve ne ha dato un esempio fortissimo”.