LECCO – “Respingo totalmente l’accusa che mi viene mossa in quell’articolo di essere stato il tramite con un associazione mafiosa e mi tutelerò nei confronti di chi ha scritto o dichiarato queste cose. Siamo sul piano dell’illazione”.
Il sindaco Brivio si difende dopo le rivelazioni pubblicate dal Fatto Quotidiano (vedi articolo) del suo coinvolgimento negli affari del clan dei Trovato, attraverso la figura di Ernesto Palermo, il consigliere comunale arrestato nell’ambito dell’inchiesta “metastasi” insieme al sindaco di Valmadrera, Marco Rusconi.
Secondo quanto riferito dal Fatto Quotidiano, il giudice per le indagini preliminari avrebbe scritto: “Appare allarmante anche se allo stato privo di rilievo penale il comportamento del sindaco di Lecco Virginio Brivio” il quale “senza avere dirette competenze istituzionali e ben consapevole dei collegamenti mafiosi prospettati a carico dei privati coinvolti , attraverso i contatti con Ernesto Palermo, Antonello Redaelli e Marco Rusconi cerca di raggiungere con la sua mediazione un compromesso economico tra i primi e il comune di Valmadrera”.
Brivio, che non risulta indagato nella vicenda, secondo quanto rivelato dal quotidiano diretto da Marco Travaglio sarebbe stato a conoscenza di chi si celava dietro le vicende legate all’area di Paré e a dirglielo sarebbe stato lo stesso Palermo che poi, scrivono sul Fatto, gli avrebbe fatto pressioni per carpire informazioni utili al clan. In particolare ci sarebbe un SMS inviato dal sindaco Brivio al consigliere comunale al termine di una visita agli uffici della Prefettura, ente che si era occupato di inviare al Comune di Valmadrera una “comunicazione atipica” riguardo alla società “Lido di Paré”, in gara per l’assegnazione dell’area.
“E’ chiaro che si tratta di una strategia per buttare giù tutti – denuncia Brivio, contattato telefonicamente in mattinata – si fanno figurare contatti e colloqui come in una trama di rapporti potenzialmente malavitosi che così non sono. Chi ha voluto coinvolgerci in questa vicenda, lo ha fatto in modo soft. A questo punto avrei preferito l’incriminazione ma chiederò di essere ascoltato dal giudice”.
Riguardo all’SMS inviato a Palermo: “E’ stato ricostruito il tutto in maniera confusa, non si riferiva a quella vicenda e non ha il senso attribuito dall’articolista o dal giudice. Non ho mai negato di aver dato aiuto al sindaco di Valmadrera e di averlo consigliato visto che era alle prese con una cosa nuova, con informazione atipica della Prefettura. Solo al quel punto ho scoperto che era coinvolto Palermo, ma da parte mia non c’è stato nulla che non sia stato trasparente. Per altri non rispondo”.
Brivio ha spiegato anche ieri in serata, fermato da Qui Lecco Libera fuori da Teatro della Società, la situazione che lo riguarda. Lo ha fatto in un colloquio informale, dando anche una sua interpretazione di quanto è accaduto e rivelando che potrebbero presto emergere nuovi sviluppi (l’audio pubblicato da Qui Lecco Libera):
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