Il Comandante Generale dei Carabinieri Teo Luzi è intervenuto al funerale del luogotenente ucciso in caserma da un collega
“Comandante autorevole, lavorava con passione. Continuerà a vivere nelle file dell’Arma e ad indirizzare il nostro agire per una società migliore”
ASSO – “Vorrei che Doriano fosse ricordato in questo modo: un grande uomo delle istituzioni e un Carabiniere eroe nel quotidiano”. Lo ha detto il Comandante Generale dei Carabinieri Teo Luzi intervenuto nella giornata di oggi al funerale del luogotenente Doriano Furceri, Comandante della Stazione dei Carabinieri di Asso ucciso una settimana fa in caserma dal brigadiere Antonio Milia.
‘Tragedia impensabile’
Il Generale Luzi ha preso parola dopo una nipote del comandante scomparso e del sindaco di Asso Tiziano Aceti: “E’ molto difficile trovare parole in questo momento, così come è difficile interpretare il dolore della famiglia quando viene a mancare un proprio congiunto, soprattutto in circostanze così tragiche. Quello che è successo è infatti una tragedia impensabile: un carabiniere che spara e uccide il suo comandante, all’interno della caserma. Da Roma ho seguito passo dopo passo quanto stava accadendo: Doriano, mi è stato detto, era nel suo ufficio, stava lavorando, forse a breve sarebbe tornato a casa. Lì ha incontrato la morte per opera di un proprio collaboratore in un momento di follia”.
“Non so se follia è la parla giuridicamente corretta – ha continuato – come noto sono in corso accertamenti da parte dell’Autorità Giudiziaria chiamata a fare giustizia terrena su quanto accaduto, ma possiamo parlare di follia perché per quanto ci sforziamo, non arriveremo mai a capire perché. Una follia che sicuramente è dettata dal trascorso del brigadiere, curato in ospedali e da psicologi, riammesso al servizio da una commissione medica esterna all’Arma. Tutti questi aspetti sono oggetto di verifiche da parte degli inquirenti, al momento mi sento di dire che la mente dell’uomo è così complessa che nemmeno i migliori specialisti al mondo potranno mai capirla fino in fondo”.
‘Comandante autorevole, faceva il proprio lavoro con passione’
Il Generale ha poi ricordato il comandante Furceri: “L’ho conosciuto quando ero comandante regionale in Lombardia, non bene, ma quello che posso dire è che era un comandante autorevole, che faceva bene il proprio lavoro, con grande passione e aveva un carisma particolare rispetto al personale, ai colleghi e anche verso i superiori. Il sindaco di Asso ha detto di lui che aveva grande umanità e senso del servizio, è vero. E per questo vorrei fosse ricordato oggi: un uomo attento, sensibile, protettore della sua comunità. Un vero servitore della patria, che purtroppo ha vissuto anche momenti di tristezza e angoscia”.
Il caso delle scritte a Bellano: “Infondate, non le meritava”
Il riferimento è alle scritte minacciose rivolte al Comandante Furcieri quando era alla guida della stazione di Bellano. “Scritte comparse sui muri del paese, opera di delinquenti o vigliacchi, risultate infondate nella sostanza e che hanno leso la serenità della famiglia e che non meritava” ha dichiarato Luzi.
“Quasi due anni fa è stato trasferito ad Asso, col suo consenso, questo perché, ci tengo a dirlo, come Arma dei Carabinieri ci siamo dati la regola di ridurre il tempo di permanenza dei comandanti nelle stazioni. Ad Asso si è perfettamente integrato e si è fatto onore: è subito entrato in sintonia con la comunità e con chi se ne prende cura, come ci ha detto il sindaco. Vorrei dunque che questo ricordo di Doriano rimanesse: quello di un grande uomo delle istituzioni e di un Carabiniere eroe nel quotidiano”.
Il pensiero alla famiglia di Antonio Milia
Il Generale dei Carabinieri ha quindi rivolto un pensiero affettuoso anche alla famiglia del brigadiere Antonio Milia: “Loro hanno ancora un marito e un padre ma dovranno riorganizzarsi la vita per i prossimi mesi e anni. Rivolgiamo loro un pensiero e una preghiera”.
‘Doriano continuerà a vivere nelle file dell’Arma’
Infine, Luzi ha dedicato una frase di Sant’Agostino alla famiglia del Luogotenente Furceri: “E’ personale, scritta su un santino che il parroco del mio paese mi regalò quando scomparve mio padre, oltre 40 anni fa. Recita: ‘Coloro che abbiamo amato e che abbiamo perduto non sono più dov’erano ma sono ovunque noi siamo’. Doriano continuerà a vivere nelle file dell’Arma, per la sua famiglia e continuerà ad indirizzare il nostro agire per una società migliore” ha concluso.