Dopo la bomba d’acqua, si valuta il finanziamento di tombotti e briglie
Il sindaco Buzzella: “Saranno opere di limitamento, ma non risolutive”
VALVARRONE – “Le vie interne di Introzzo le abbiamo ripulite, i lavori stanno per concludersi. La strada che da Tremenico sale ai Roccoli Lorla è stata riaperta, chi era rimasto isolato non lo è più da ieri pomeriggio. C’è ancora materiale da portare via, sono in corso le ultime esportazioni, quindi è concesso passare solo per chi deve spostarsi in via urgente. Danni a cose o persone non ce ne sono stati“.
Riassume il quadro della situazione, a un giorno dalla bomba d’acqua riversatasi con forza sulla Valvarrone e su Dervio, Luca Buzzella, sindaco del Comune di Valvarrone. Risultati, quelli narrati, raggiunti con l’impegno messo in campo dai volontari, dalla Protezione Civile di Dervio e dai cittadini accorsi in auto per liberare le strade da fango e sassi. I primi sopralluoghi ieri, mercoledì, in presenza anche del Prefetto di Lecco, Sergio Pomponio, giunto in visita.
Adesso, che quasi tutto è stato ripulito, si guarda al poi, al dopo, al prossimo episodio di maltempo, dall’intensità sempre più alta man mano che si ripropongono. E proprio simili eventi, con acqua che scende ‘a secchi’, sono una delle concause, insieme alla mancata manutenzione dei boschi, nel tempo progressivamente abbandonati, di quanto successo in Valvarrone, e che potrebbe accadere di nuovo in futuro.
“Stavamo pensando a qualche opera contenitiva da realizzare, come tombotti e briglie – spiega il primo cittadino -. Interventi che, in casi considerati nella norma, limiterebbero i danni. Tuttavia, di fronte ad avvenimenti come quello verificatosi nella notte tra martedì e mercoledì, con tanti metri cubi di materiale scesi, potrebbero non bastare, non sarebbero soluzioni risolutive ma solo di contenimento. Basti prendere l’esempio di Casargo, dove nonostante le briglie i danni non sono mancati. Insomma, non bisogna pensare che gli interventi potranno risolvere completamente il problema e far giungere al rischio zero”.
Messo in evidenza anche lo stato dei boschi, lasciati dopo anni sempre più a sé stessi, fonte primaria di materiali rilasciati durante precipitazioni di forte portata: “Prima c’era chi puliva, tagliava i prati e la legna, anche per questioni di necessità. Ora è più difficile che accada, le azioni ci sono ma più sporadiche e portate avanti da realtà come la Protezione Civile. Recentemente come Comune di Valvarrone abbiamo aderito nel mese di dicembre all’operazione ‘Fumi Sicuri’ finanziata dalla Provincia, ripulendo le valli critiche impiegando anche mezzi meccanici”, conclude Buzzella.