
LECCO – Alle pesanti richieste del pm si sono aggiunte quelle della parte civile, rappresentata dall’avvocato Donatella Saporiti per conto del Comune di Lecco. 125 mila euro di provvisionale la richiesta avanzata dal legale, a cui sono stati aggiunti 100 mila euro di danni per l’associazione mafiosa, 120 mila per la tentata corruzione operata da Antonello Redaelli e 30 mila euro per la presunta tangente versata da Crotta per stralciare dal Pgt una strada di passaggio nella sua proprietà.
“La richiesta è formulata come risarcimento per i danni di immagine causati al Comune e alla città dall’operato dell’associazione criminosa” ha detto l’avvocato.
Per il legale di parte civile la tesi accusatoria esposta dal Pubblico Ministero è pienamente sostenuta dalle indagini. Comprovata dalle diverse intercettazioni la natura di “capo e mente pensante dell’organizzazione criminale” di Mario Trovato, sulla cui natura innocua, a detta dell’avvocato, i testimoni ascoltati durante l’istruttoria hanno fin troppo esagerato: “Trovo che le persone chiamate a descrivere l’attività di Trovato alla 046 abbiano ecceduto nel tratteggiare la sua tranquillità – ha detto il legale – Trovato non è questo personaggio e lo si vede bene nelle intercettazioni, dove emerge il suo carattere autorevole e determinato. Non ha lo stesso spessore criminale del fratello – ha proseguito l’avvocato Saporiti – ma è di certo la mente operante e di riferimento per i soci, tant’è che senza la sua autorizzazione o consultazione niente si muove”.
Il legale ha quindi speso parole anche sulla 046 e sulle ricorrenti cene organizzate da Trovato: “La cadenza di questi incontri fa pensare ad una volontà secondaria al semplice ritrovo conviviale, tant’è che ci è stato detto da alcuni testimoni che non si parlava solo di calcio ma anche delle attività di vari bar e esercizi commerciali gestiti, verrebbe da dire del lavoro da fare. Questo e altri elementi – ha continuato l’avvocato – caratterizzano l’organizzazione contestata in questo processo: parlo del rispetto delle gerarchie e del controllo territoriale, ben illustrato dal Pubblico Ministero”.
Chiamato in causa anche Ernesto Palermo, autodefinitosi come ricordato “l’uomo dei Trovato”: “Nonostante fosse il personaggio più chiaccherato a causa del suo atteggiamento esuberante e le sue vanterie, alle parole sono sempre seguiti i fatti, cito come esempio il caso Old Wild West”.
“Siamo di fronte a una nuova ‘Ndrangheta – ha concluso il legale – che ha cambiato veste, ha trovato nuovi spazi per agire, lasciando da parte le attività un tempo caratterizzanti come quelle dedite allo spaccio di droga. Questa nuova mafia ha trovato nuovi e più redditizi campi di azione, per fare un esempio il business delle macchinette” ha sottolineato l’avvocato, accreditando le ipotesi di reato tratteggiate dall’accusa e chiedendo dunque per gli imputati di interesse – Mario Trovato, Claudio Crotta, Antonello Redaelli, Saverio Lilliu, Massimo Nasatti e Antonino Romeo – la giusta pena.
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