LECCO – Se l’arresto del sindaco di Valmadrera Marco Rusconi e del consigliere comunale di Lecco Ernesto Palermo insieme ad altre otto persone tra cui Mario Trovato fratello del boss Franco Coco Trovato è stato un terremoto, quello che avrebbe scritto il giudice delle indagini preliminari è una vera e propria bomba: il sindaco di Lecco Virginio Brivio, che non è indagato, avrebbe comunque assunto il ruolo di mediatore tra l’ ‘ndrangheta e l’Amministrazione.
La notizia è stata pubblicata da Il Fatto Quotidiano, nell’articolo a firma di Davide Milosa, intitolato: Mafia al nord, “Il sindaco di Lecco mediò tra cosche e pubblica amministrazione”.
Il giudice per le indagini preliminari avrebbe così scritto: “Appare allarmante anche se allo stato privo di rilievo penale il comportamento del sindaco di Lecco Virginio Brivio” che “senza avere dirette competenze istituzionali e ben consapevole dei collegamenti mafiosi prospettati a carico dei privati coinvolti, attraverso i contatti con Ernesto Palermo, Antonello Redaelli e Marco Rusconi cerca di raggiungere con la sua mediazione un compromesso economico tra i primi e il comune di Valmadrera”.
Una situazione per il sindaco di Lecco Virginio Brvio che, ribadiamo non è indagato, davvero scomoda anche perchè, restando sempre a quanto scritto dal Gip e riportato dal Fatto Quotidiano: “è ben consapevole” (all’epoca dei fatti) sia della situazione, che del tipo di personaggi coinvolti nella vicenda.
Vicenda, scrivono sul quotidiano, che avrebbe visto Brivio entrare in scena nella questione del Lido di Parè quando il sindaco Rusconi, sempre restando alla ricostruzione fatta dagli inquirenti, avrebbe intascato 5mila euro compiendo però un passo indietro nel momento in cui avrebbe dovuto dare la gestione del Lido alla società “Lido di Parè srl” di proprietà di Mario Trovato.
E’ in quel frangente che Brivio, secondo quanto rivelato dal Gip al Fatto, sarebbe intervenuto per cercare di mediare, sotto le presunte pressioni del consigliere Palermo che, come è emerso dalle indagini, altri non era che l’anello di congiunzione tra il clan e l’Istituzioni. Ad “incastrare” Brivio ci sarebbe un sms che il sindaco avrebbe inviato a Palermo a margine di un incontro con il Prefetto.
A seguito di quanto è emerso, il sindaco Brivio sembrerebbe intenzionato a convocare una conferenza stampa nelle prossime ore al fine di fare chiarezza su una vicenda alquanto torbida.

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