LECCO – “Ho ascoltato attentamente le difese e mi trovo a confermare con forza la condanna nei confronti degli imputati per tutti i capi di accusa”. Resta salda la posizione del Pubblico Ministero Bruna Albertini chiamata quest’oggi a replicare alle discussioni degli avvocati dei 17 imputati del processo Metastasi, terminate proprio ieri con l’arringa del difensore di Mario Trovato, Marcello Perillo (vedi articolo).
Tra i diversi punti sui quali il magistrato si è soffermato c’è stato dunque il reato di corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio contestato all’ex sindaco di Valmadrera Marco Rusconi, che, stando al quadro accusatorio, avrebbe intascato una mazzetta da Ernesto Palermo per conto della Lido di Parè Srl, al fine di favorire la società nell’aggiudicazione del bando.
Una circostanza che aveva occupato una vasta parte della discussione dell’avvocato difensore di Rusconi, Enrico Giarda, il quale aveva posto l’attenzione sul fatto che la questione della mazzetta fosse stata l’ennesima trovata di Ernesto Palermo al fine di fare dei soldi, circostanza avvalorata dal fatto – più volte rimarcato – che nelle intercettazioni non c’è traccia di richieste di denaro da parte di Rusconi così come di prove effettive di un’avvenuto scambio di denaro.
Di diverso parere il pubblico ministero Albertini che nel corso della sua replica ha sottolineato come in diverse intercettazioni tra Palermo e i due soci della Lido di Parè Srl Antonello Redaelli e Saverio Lilliu, molti siano i riferimenti a scambi di denaro avvenuti col sindaco Rusconi, dietro sua stessa richiesta: “5 mila me li ha chiesti belli regolari” dice Palermo a Redaelli, e ancora, per il pm, “Come si spiega la circostanza che vede Redaelli dire a Lilliu di dover fare un altro regalo al sindaco e la replica di quest’ultimo”ancora?” se non con un già avvenuto scambio di regali e favori per favorire la Lido nel bando?” ha detto il magistrato, contrariato dal tentativo delle difese di giustificare gli illeciti contestati con le “palermate”:

“Quindi tutto ruoterebbe intorno alla pazzia di questo personaggio, un cosiddetto ludopatico con bisogno di soldi che frega tutti quegli che gli stanno intorno, compreso Mario Trovato? Ma che motivo avrebbe avuto Palermo di fregare Trovato? Lo rispettava, lo capiamo dalle registrazioni. È Palermo che tira in ballo Mario Trovato in tutte le attività, anche nella Lido di Parè, non vedo veramente il motivo per cui avrebbe dovuto fregare anche lui”.
“Se le cose stanno così – ha proseguito con carica il pm – allora dobbiamo dire che questo è un processo di buffoni, una buffonata unica, e che il pm è impazzito. L’avvocato Perillo ieri ha detto che ha fatto fatica a trovare qualcosa di utile nel materiale d’indagine, io l’ho studiato tutto, come le difese, e devo dire che di roba utile ed importante a sostegno della nostra tesi c’è. Non conta che gli imputati siano 10, 20 o 30, questo è il pacchetto che abbiamo e che dobbiamo scartare e analizzare”.
Ribadite da parte del pm le richieste di condanna (vedi qui) è stata la volta degli avvocati difensori, che a turno hanno avanzato le proprie contro repliche : “Il Pubblico Ministero non ha fatto che ribadirci quanto sostenuto nella sua requisitoria – ha detto l’avvocato Patrizia Guglielmana, difensore di Claudio Crotta – lo ringraziamo del minuzioso lavoro fatto e per il nostro assistito sosteniamo l’assoluzione per la non sussistenza del reato”.
I giochi possono dirsi ora veramente chiusi: tra meno di una settimana toccherà al collegio giudicante riunirsi in Camera di Consiglio e decidere la sentenza, mettendo – almeno per ora – la parola fine al processo cominciato nel novembre 2014.

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