MILANO – Pronunciata poco dopo le 18 la sentenza d’Appello nei confronti degli imputati del processo Metastasi sulle infiltrazioni mafiose nel territorio lecchese.
Il pubblico ministero, nel corso della sua lunga requisitoria, aveva richiesto pesanti più pesanti rispetto a quelle irrorate in primo grado dal Tribunale di Lecco. Nello specifico il pm aveva richiesto 16 anni e 6 mezzi per Mario Trovato, giudicato il boss dell’associazione mafiosa (condannato a 12 anni e 6 mesi in primo grado), e 11 anni per alcuni dei ‘soci’, quali Massimo Nasatti, Antonino Romeo, Antonello Redaelli e Saverio Lilliu, che erano stati condannati dal Tribunale di Lecco rispettivamente a 8 (Nasatti e Romeo), 10 (Redaelli) e 2 anni (Lilliu) di reclusione.

Un aumento della pena, da due anni di reclusione a tre e mezzo, era stato richiesto anche per l’ex sindaco di Valmadrera Marco Rusconi.
La sentenza di martedì, pronunciata dopo una lunghissima seduta di Consiglio cominciata questa mattina poco dopo le 11, è stata severa nei confronti di Mario Trovato, Massimo Nasatti e Antonino Romeo, condannati rispettivamente a 15 anni e mezzo, 9 anni e mezzo e 10 anni di reclusione. Riconosciuta anche in secondo grado l’associazione mafiosa.

Invariate le altre condanne nei confronti degli altri 14 imputati: confermata dunque la pena espressa dal Tribunale di Lecco in primo grado per l’ex sindaco di Valmadrera, al quale non è stato riconosciuto il reato di corruzione e l’aggravante di agevolazione mafiosa. Resta la turbativa d’asta, per la quale il difensore Enrico Giarda ha già annunciato di voler fare ricorso in Cassazione.
Nessun commento, almeno per il momento, da parte della difesa Trovato, rappresentata dal penalista lecchese Marcello Perillo.
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