LECCO – Sono stati 371 gli interventi compiuti dalla XIX Delegazione Lariana del soccorso alpino lo scorso anno: la maggior parte delle missioni sono avvenute nel lecchese (93) e in Valsassina (98) oltre che nel Triangolo Lariano (64) ma non sono mancati interventi nel Lario occidentale (39), nel varesotto (46), nell’Oltrepò Pavese (24) e nella zona di Dongo (7).
Complessivamente, il 2015 è stato un anno impegnativo in Lombardia perle quattro delegazioni del soccorso alpino (oltre alla XIX Lariana che opera nel lecchese, V Bresciana, VI Orobica, VII Valtellina – Valchiavenna): dagli 879 interventi del 2008, 929 nel 2009, 1017 nel 2010, 1162 nel 2011, dopo un paio di anni di decrescita nel 2012 con 996 casi e nel 2013 con 985, si è passati ai 1155 del 2014, fino ai 1274 dell’anno scorso.
In tutto sono state soccorse 1343 persone, di cui 261 in gravi condizioni. La conta dei morti in montagna lo scorso anno ha raggiunto il numero di 108 vittime, 16 le persone dichiarate disperse.

L’analisi della tipologia rileva 1190 interventi di soccorso alpino e in ambiente ostile e impervio, con un significativo numero di ben 80 interventi di ricerca, che impegnano sempre di più i soccorritori, in quanto presentano un’elevata complessità di gestione e richiedono competenze differenziate e sempre più qualificate.
L’elicottero resta il mezzo prevalente, utilizzato da solo in 783 casi, oppure abbinato all’intervento delle squadre territoriali o del Centro operativo in 152 casi, per un totale di 983 mezzi impiegati.
Quando l’elicottero non può volare o arrivare sul luogo dell’operazione, si rivela fondamentale e insostituibile la presenza delle squadre territoriali, che raggiungono a piedi le persone da soccorrere, anche nei punti più critici e con qualsiasi condizione meteorologica o ambientale.
Le quattro Delegazioni alpine presentano un numero di interventi variabile e questo è dovuto a numerosi fattori, come le dimensioni del territorio presidiato, la presenza di punti di interesse per escursionisti, alpinisti o turisti e anche dalle condizioni climatiche durante l’anno.

Le cause degli interventi sono dovute principalmente a caduta (494), malore (192), perdita di orientamento (91), scivolata (82), incapacità (55) o ritardo (44), precipitazione (42), scontro (28), valanga (16), sfinimento (14), scivolata su neve (13) e caduta sassi (12).
Seguono scivolata su ghiaccio, puntura d’insetti, folgorazione, corda doppia, caduta in crepaccio, cedimento appiglio, frana, maltempo, crollo e morso di vipera. Le false chiamate sono state sette. Il numero maggiore di infortuni avviene durante attività quali l’escursionismo (448), sci in pista (162), mountain-bike (58, alpinismo (57), ricerca di funghi (57), durante il lavoro (53) o la residenza in alpeggio (51).
Seguono le discipline sportive come parapendio, deltaplano, sci fuori pista, arrampicata sportiva, caccia, surf in pista e fuori pista, sci di fondo, torrentismo, equitazione.

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