“La fabbrica del panico”: a Lecco l’incontro con Stefano Valenti

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fabbrica panicoLECCO – “Incorruttibile, inestinguibile, non infiammabile, resistente all’attacco degli acidi e alla trazione. L’amianto è indistruttibile, facilmente friabile e altamente cancerogeno, come dimostrano studi diffusi in campo scientifico fin dagli anni cinquanta. Gli operai non lo sanno e giocano a tirarsi palle di fibre di amianto”.

Lavoro, amianto, diritti, capitale, condizioni di vita, sfruttamento e silenzi. Questi gli ingredienti alla base del primo romanzo di Stefano Valenti, “La fabbrica del panico”, edito da Feltrinelli. Insieme a lui, venerdì 7 febbraio nella sala del Consiglio di zona di via Seminario a Lecco, interverrà Michele Michelino del “Comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro e nel territorio” di Sesto San Giovanni.  Un appuntamento targato Qui Lecco Libera.

“Una valle severa. In mezzo, il lento andare del fiume. Un uomo tira pietre piatte sull’acqua. Il figlio lo trova assorto, febbricitante, dentro quel paesaggio. è lì che ha cominciato a dipingere, per fare di ogni tela un possibile riscatto, e lì è ritornato ora che il male lo consuma. Ma il male è cominciato molto tempo prima, negli anni settanta, quando il padre-pittore ha abbandonato la sua valle ed è sceso in pianura verso una città estranea, dentro una stanza-cubicolo per dormire, dentro un reparto annebbiato dall’amianto. Fuori dai cancelli della fabbrica si lotta per i turni, per il salario, per ritmi più umani, ma nessuno è ancora veramente consapevole di come il corpo dell’operaio sia esposto alla malattia e alla morte. Lì il padre-pittore ha cominciato a morire. Il figlio ha ereditato un panico che lo inchioda al chiuso, in casa, e dai confini non protetti di quell’esilio spia, a ritroso, il tempo della fabbrica, i sogni che bruciano, l’immaginazione che affonda, il corpo subdolamente offeso di chi ha chiamato ‟lavoro” quell’inferno. Ci vuole l’incontro con Cesare, operaio e sindacalista, per uscire dalla paura e cominciare a ripercorrere la storia del padre-pittore e di tutti i lavoratori morti di tumore ai polmoni. È allora che il ricordo diventa implacabile e cerca colori, amore, un nuovo destino.