“Le pietre raccontano”: la mostra di Giudici a Tremenico

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TREMENICO – Lo scorso sabato nel centro storico di Tremenico si è tenuta la mostra “Le pietre raccontano – pennellate di colore e case in pietra, perfetto connubio per rappresentare natura, fatiche e fede di questa terra”, a cura del maestro di pittura, il lecchese Carlo Maria Giudici, organizzata dall’associazione Amici dell’Ecomuseo della Valvarrone, in collaborazione con il Comune di Tremenico e il patrocinio dell’Ecomuseo della Valvarrone e dell’Unione dei Comuni della Valvarrone.

Intorno alle 11, alla presenza di un folto pubblico, si è tenuta, presso la piazza dell’ex Municipio, l’inaugurazione della mostra, con il taglio del nastro e il rinfresco.

Sino alle ore 20:00, i visitatori, hanno potuto ammirare le ventisei opere del pittore, lungo un itinerario che valorizzava angoli e scorci caratteristici del borgo di Tremenico, fatto di strette viuzze, fra case in pietra, edifici con piccole finestre impreziositi da affreschi e balconi, ripide scalinate, il pozzo, le fontanelle.

Una ventina, le opere eseguite con tecnica mista, attraverso applicati vari tra i quali “le piotte” della Valvarrone su base masonite (pietre naturali, utilizzate anticamente su cascine, stalle e abitazioni, come tegole), da un’idea nata nel 2005.

Il pittore ha impastato colori, legni, metalli, pietre e colle per ricostruire paesaggi, che richiamano sensazioni nell’immaginario dell’osservatore. Quasi un’operazione di recupero di “cose” semplici che inizialmente avevano una funzione diversa e ci parlavano di uno spaccato di storia, ma che in questo contesto artistico si sono calate su un’unica superficie evocando emozioni dal profondo della memoria.

All’interno di ogni dipinto è stato applicato un vecchio chiodo forgiato a mano, simbolo del lavoro dell’uomo, quando il tempo aveva la cadenza del giorno e delle stagioni, delle piccole scaglie di legno di larice patrimonio dei nostri boschi, delle lamine in metallo nobile e dei vetri colorati che creano sensazioni luminescenti colpiti dalla luce.

Queste filigrane e questi particolari metallici impreziosiscono i soggetti rappresentati donando riflessi inaspettati agli scorci alpestri e creano atmosfere intense e originali. Tinte forti e colore pastello si alternano a disegnare specchi d’acqua, caldi tramonti e sullo sfondo le montagne di questa valle. Elementi naturali che fanno rivivere in questi dipinti la testimonianza del legame indissolubile tra il panorama rupestre della Valvarrone e il mondo operoso delle comunità montane.

Carlo Maria Giudici ha voluto donare una delle sue opere al Comune, ed un’altra alla Parrocchia di Sant’Agata; quest’ultima ora in vendita, al miglior offerente.

La giornata è proseguita anche alla sera, presso la Chiesa Parrocchiale di Sant’Agata, con numerosi visitatori accorsi da tutto il territorio circostante, si è tenuto un concerto d’organo, di musica sacra (Bach, Schubert, Vivaldi, ecc.), a cura dell’organista e compositore Stefano Aldeghi.

Un’esibizione di circa un’oretta, che ha raggiunto il suo culmine, quando il musicista, inaspettatamente, ha regalato ai Tremenicesi, l’inno di Sant’Agata, accompagnato dal canto delle donne e toccando il cuore dei presenti. La serata è terminata con un rinfresco sul sagrato della parrocchiale, offerto dall’associazione Amici dell’Ecomuseo della Valvarrone.

Il neo primo cittadino di Tremenico Flavio Cipelli ha espresso grande soddisfazione per l’ottima riuscita della giornata, grazie anche al buon meteo, esprimendo profonda riconoscenza nei confronti del pittore Carlo Maria Giudici, del musicista Stefano Aldeghi, della signora Miriam Buzzella coordinatrice della mostra e della presidente dell’associazione Amici dell’Ecomuseo della Valvarrone Angela Cantini, oltre che di tutti i volontari che si sono adoperati per la buona riuscita della manifestazione, con l’auspicio di numerose e continue manifestazione di questo tenore, per valorizzare Tremenico e la Valvarrone.