RUBRICA – Secondo la storia il gioco degli scacchi è stato introdotto nell’Europa meridionale dalle invasioni Arabe del X secolo e in seguito si è propagato in tutta Europa attraverso le corti e le curie. Molti sono stati i personaggi illustri che hanno modificato le regole del gioco ma solo nel XVI° secolo, in pieno Rinascimento con l’invenzione della stampa, si sono codificate le regole che i primi manoscritti avevano tracciato.
Si ebbe in seguito una grande diffusione degli scacchi fra le classi agiate che provocò un fenomeno anticipatore di qualche secolo del professionismo scacchistico. La figura dello scacchista era tenuta in grande considerazione dai ricchi mecenati dell’epoca, al pari di quella del poeta, del letterato o dello scienziato. Non a caso nei trattati di quel periodo il gioco degli scacchi veniva spesso definito “arte liberale”.
Insomma quella dello scacchista era una “professione” molto onorata e sono molte le testimonianza storiche che certificano l’esistenza di veri e propri professionisti del gioco, stipendiati e protetti da nobili o da alti prelati per le loro doti di giocatori. Due furono le tipologie di forti giocatori e teorici di scacchi di quel periodo: gli ecclesiastici e i cavalieri erranti.
Per una piccola ricostruzione storica il primo punto da tenere in considerazione fu il trattato dell’ecclesiastico spagnolo Louis Ramirez de Lucena “Repetición de amores y arte de ajedrez” del 1497 che è considerata la più antica opera di stampa arrivata sino a noi. Dopo di lui il portoghese Pedro Damiano basandosi sulla conoscenza del trattato di Lucena e dei suoi viaggi a Roma nel 1512 scrisse in italiano il manuale “il libro da imparare a giocare a scacchi e li partiti”. Ma fu solo con il vescovo Ruy Lopez de Segura, considerato da tutti il più forte scacchista di Spagna, che con il suo “Libro de la invención liberal y arte del juego del ajedrez “ del 1561 ci sarà dato il primo manuale teorico sugli scacchi.
Ed ora parliamo dei primi avventurieri o così detti “Cavalieri erranti”. Dalle biografie degli scacchisti più celebri giunte fino a noi si ricava l’impressione di personaggi irrequieti ed avventurosi che non si accontentavano di vivere tranquillamente con le rendite ed i privilegi concessi loro dai ricchi mecenati.
Nell’agosto del 1575 Filippo II Re di Spagna invitò ad un torneo presso la sua corte i migliori scacchisti, provenienti dai territori governati dalla corona spagnola, oltre a Ruy Lopez (1530-1580), Leonardo da Cutro (1552-1597), detto “Il Puttino” per la sua piccola statura, Paolo Boi (1528-1598) detto“Il Siracusano” e Alfonso Cerón di Granada. A tutti gli effetti è il primo torneo internazionale della storia di cui ci sia giunta notizia.
La competizione fu vinta dal Puttino che ricevette un premio in denaro e l’esenzione della sua città, Cutro, dalle tasse per i successivi vent’anni, ma soprattutto ottenne la fama di essere il più forte giocatore dell’allora mondo conosciuto. Vivendo dei proventi della loro attività scacchistica questi avventurieri viaggiarono in lungo e in largo per l’Europa e oltre, ma a quei tempi viaggiare era anche piuttosto pericoloso e incontri con briganti e pirati erano piuttosto frequenti tanto che furono spesso depredati e riuscirono a salvarsi solo grazie alla loro abilità scacchistica.
Curiosamente sia Leonardo da Cutro che Paolo Boi per una strana coincidenza morirono poi avvelenati. Si dice che l’appellativo “Cavaliere errante” fu dato dal Re del Portogallo Sebastiano II al Puttino dopo una sfida che lo aveva visto vincere contro il “Moro” a Lisbona.
Quella dei soprannomi, sopratutto legati alla loro provenienza, fu una particolarità di quel periodo in quanto ciò aumentava la loro fama e la loro popolarità.
Ma senza dubbio il più grande e il più picaresco dei Cavalieri erranti fu Gioacchino Greco (1590-1630) detto il “Calabrese”. Figlio di una famiglia benestante studiò dai Gesuiti a Cosenza e qui fu avviato alle bellezze del gioco. Nel 1619 pubblicò in francese “Il trattato del nobilissimo gioco degli scacchi” che fu rieditato in tre edizioni intanto che era in vita e in ben 50 edizioni dopo la sua morte. Visitò le corti di Francia e d’Inghilterra e Spagna ripercorrendo i fasti dei suoi predecessori guadagnando parecchi soldi con il suo gioco brillante, ma anche lui incappò in una disavventura, uno stuolo di malviventi in Inghilterra lo aggredì e gli sotrasse oltre 5.000 scudi frutto delle sue vittorie. Tornò a Parigi dove battè tutti i migliori giocatori di Francia e per il suo stile e la sua genialità fu detto di lui “Superbo e affascinante come il suolo della sua Patria”.
Si disse che fu il più forte giocatore e teorico del suo tempo e che morì addirittura nelle allora quasi sconosciute Indie Occidentali dove si era recato per vivere la sue ultime avventure al seguito di un nobile spagnolo.
Ed ora guardiamo qualche partita di quegli anni che è giunta fino a noi con qualche piccolo commento considerando che la teoria delle aperture e del gioco era agli albori visto che si parla di 400 anni fa!. La prima vede di fronte il famoso prelato Spagnolo in una sua visita a Roma contro il “Puttino”:
Ruy López – Leonardo da Cutro (Roma, 1560)
1.e4 e5 2.f4 d6 3.Ac4 c6 4.Cf3 Ag4 una inchiodatura prematura che dà il via ad un attacco violento
5.fxe5 dxe5 6.Axf7+ Rxf7 7.Cxe5+ Re8 8.Dxg4 Cf6 9.De6+ De7 10.Dc8+ Dd8 11.Dxd8+ Rxd8 12.Cf7+ abbandona.
Questa partita fu giocata prima della storica sfida di Madrid.
Le altre due partite sono del “Calabrese” dove però non è noto né il nome dei due avversari né quello delle località dove si sono svolte:
Greco-NN1619
1.e4 b6 2.d4 Ab7 3.Ad3 f5 4.exf5 Axg2 5.Dh5+ g6 6.fxg6 Cf6 ed ora il bianco vince con un bel sacrificio di Donna
7. gxh7+! Cxh5 8.Ag6# scacco matto
NN-Greco1620
1.e4 e5 2.Cf3 Cc6 3.Ac4 Ac5 4.O-O Cf6 5.Te1 O-O 6.c3 toh! La partita Italiana!
De7 7.d4 exd4 8.e5 Cg4 9.cxd4 Cxd4 10.Cxd4 Dh4 11.Cf3 Dxf2+ 12.Rh1
Splendido attacco che si conclude con lo scacco matto
12… Dg1+! 13.Cxg1 anche la presa di Torre non cambierebbe il risultato…
13…Cf2# uno spettacolare matto affogato!
Nando Franceschetti
Delegato Coni Federazione Scacchistica Italiana(FSI) per la provincia di Lecco
Istruttore Federale di scacchi
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