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LECCO – Alessandro Manzoni? “Il primo liberale, prima di Friedman”. Ce lo dice Nicola Porro, a Lecco domenica sera per presentare il suo ultimo libro ‘La disuguaglianza fa bene’, nel quale ha ripercorso la storia del liberalismo economico. Il giornalista, vicedirettore de Il Giornale, è stato accolto al Palazzo del Commercio, ospite del festival Leggermente.
“E’ un manuale, un bignami del pensiero liberale, scritto in un maniera non ortodossa – ha raccontato Porro del suo ultimo lavoro – E’ il pensiero dell’individualismo raccontato attraverso i suo grandi autori che oggi non sono molto considerati dalla cultura mainstream, da Adam Smith all’anarco-liberista Walter Block ad un grande scrittore di fantascienza come William Gibson, fino a Manzoni”.
E’ proprio ne “I Promessi Sposi” , nel racconto dell’assalto al forno di Milano, sottolinea Porro, che il maestro della letteratura dà l’esempio di come il mercato sfugga alle regole imposte da un’autorità superiore, in quel caso un decreto del governatore spagnolo: “Stabilire dei prezzi, per fare il bene del popolo, si scontra inevitabilmente con gli interessi degli operatori che non saranno incentivati a produrre, perché il prezzo non è solo l’incontro tra la domanda e l’offerta di un bene ma è il valore del lavoro”.
L’Europa è stata la “culla del liberismo” eppure “la cultura gramsciana ce lo ha fatto dimenticare” afferma Porro. “Come diceva Einaudi ‘conoscere per deliberare’, non è necessario essere liberali ma prima conosceteli e i giovani oggi conoscono spesso solo il pensiero unico dominante, non gli autori e la cultura liberale”.
E i politici? “Zero, ma la politica è un altro mestiere – ride – Oggi impresa e mercato sono incerti, siamo nel mezzo di una rivoluzione digitale, la politica anziché guidare questi fenomeni, è a ruota dell’antipolitica, cerca di contrastarla oppure conserva la vecchia politica senza dare nuove ricette. Il mondo del lavoro nel frattempo è completamente cambiato rispetto al passato”.
