“Mafie in pentola”, il teatro gastronomico da de-gustare

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LECCO – Reduce dalla serata speciale al Piccolo Teatro Studio di Milano, dove ha aperto la manifestazione “Expo Days – Il mondo a tavola”, il teatro civile-gastronomico di “Mafie in pentola. Libera Terra, il sapore di una sfida”, interpretato da Tiziana Di Masi, arriva a Lecco. Per lo spettacolo rivelazione dell’ultimo anno si tratta della 92esima replica dal debutto.

Sabato 5 maggio, alle 21, lo spettacolo, che unisce teatro e degustazione di prodotti dai terreni confiscati alle mafie, va in scena alla Sala Ticozzi di via Ongania, per una serata organizzata da Auser in collaborazione con Libera Terra e con il contributo della Provincia di Lecco. L’iniziativa è inserita nel programma della giornata nazionale di raccolta fondi a favore dell’Auser, che ha scelto la pasta di Libera Terra come prodotto simbolo perché racchiude in sé il valore della legalità. Ingresso libero.

Ed è proprio l’investimento nell’agricoltura biologica come reazione alle montagne di veleni scaricate dalle mafie nei terreni che costituisce il cuore della sfida lanciata dalle cooperative di Libera Terra in Sicilia, Calabria, Puglia, Campania e infine nel nord Italia, dal Piemonte alla Lombardia, sempre più nelle mani dei clan. E Lecco non fa eccezione.

“Lo spettacolo – sottolinea Tiziana Di Masi – sta attraversando un momento di forte circuitazione in Lombardia, regione oggi cruciale perché, lo si avverte nell’aria oltreché leggendo le cronache dei giornali e le ricostruzioni delle indagini giudiziarie, è sempre più al centro degli interessi e dell’attività mafiose. Per questo, come consuetudine ormai, racconterò non solo le storie legate alle cooperative, ma anche un episodio di “mafia a km zero”. Perché il pubblico dev’essere consapevole del fatto che questi interessi, purtroppo, riguardano tutti noi, senza distinzioni di città né di quartiere”.

Scritto dal giornalista Andrea Guolo (premio Vergani – Cronista dell’anno 2011), Mafie in pentola – Libera Terra, il sapore di una sfida è il racconto di un viaggio all’interno delle cooperative di Libera dove, sui terreni un tempo in mano alle mafie, è nata una “bella economia” i cui cardini si chiamano agricoltura biologica, qualità, lavoro e rispetto delle leggi. È uno spettacolo che si fonda sulla speranza e sulla rinascita, perché la terra non smette mai di rigenerarsi, basta concederle la possibilità. Ed ecco che nella Piana di Gioia Tauro, dagli ulivi abbattuti dalla ‘ndrangheta per ricavarne legname e non cederlo alle cooperative, si originano quei polloni che daranno l’olio della speranza; ecco i vigneti bruciati dalla sacra corona unita in Puglia che tornano a fiorire e a regalare un grande vino; ecco in Sicilia l’affermazione di un’agricoltura che rompe il muro delle regole mafiose e versa finalmente i contributi ai lavoratori.

È uno spettacolo sul gusto e su alcune tra le eccellenze del nostro settore agroalimentare. Con un’interpretazione capace di sfumare dal drammatico al brillante e attraverso il coinvolgimento diretto del pubblico, chiamato sul palco ad assaggiare i prodotti, non “chiude” lo stomaco dello spettatore, bensì stimola la sua “fame” di legalità e di cose buone.  Il cibo si fa memoria e occasione di riscatto sociale.

 Il menù di Mafie in Pentola

Aperitivo
Friselle, taralli e olio extravergine d’oliva

Atipasti
Carciofi violetti di Brindisi ripieni, fritti e ripassati al forno (come li fanno a Mesagne)

Pane casereccio con patè di peperoncino piccante calabrese in olio extravergine d’oliva

Primi
Zuppa di Cicerchie, come la fanno a Portella della Ginestra (Sicilia)
Spaghetti di grano simeto con passata di pomodoro fiaschetto di Torre Guaceto

Secondo
Mozzarella di bufala campana, dalle terre di don Peppe Diana (Campania)

Dessert
Il “padanissimo” torrone di Cascina Caccia (Piemonte)

Digestivo
Il limoncello di Bosco Falconeria (Sicilia)

Caffè (vietato offrirlo!)

Il tutto accompagnato dai vini Placido Rizzotto (Centopassi) e Hiso Telaray

(Foto credit: lapisnet.it)