“Nessi” di Bergonzoni chiude la stagione teatrale tra gli applausi

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Teatro Bergonzoni 20 marzo 2014 (14)

LECCO – Ci vorrebbero scarpe da corsa per stare al passo del monologo bergonzoniano o al più una moviola per risentire al rallenty alcuni passaggi ed essere così sicuri di non aver perso nulla. Come per i precedenti spettacoli, anche quest’ultima sua fatica andrebbe rivista una seconda volta per poterla apprezzare al 100%. “Nessi”, questo il titolo, presentato ieri sera al Teatro della Società di Lecco e con cui si è conclusa la Stagione del Teatro d’Attore, ha strappato applausi a scena.

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Pronti, via e si comincia con il sipario chiuso e un dialogo fuori scena tra due persone che stanno mettendo mano a un quadro, forse elettrico o forse no. Poi si apre il sipario e Bergonzoni avvolto da un fumo intenso si presenta con tre incubatrici in una delle quali ha infilato le mani cullando le “parole premature” che l’attore rimette al mondo in modo travolgente.

“Bisogna fare nessi senza preservare, senza preservarsi, senza precauzioni”. Il monito di Borgonzoni lo si coglie nel suo fiume di parole, in quello che appare un viaggio fantastico e fantasioso sulle ali della lingua italiana che viene destrutturata, spezzettata, sminuzzata, rincollata, in un tourbillon ironico.

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Ma in tutto il suo dire, fra incidenti con cinghiali ricci osservanti e improbabili animali da circo, noi che siamo “Solsonqui” dovremmo imparare ad essere “Giàlì” e “Giàlà” o tutt’al più “Giàcon”, perchè oggi giorno, non è più possibile svolgere il proprio compitino e basta. Bisogna imparare anche a fare la parte degli altri non solo la nostra perché tutti siamo “con-nessi”. “Fate nesso ovunque – dice Bergonzoni – senza precauzioni, senza contraccezioni”.

E quindi, tutto: dalla nascita alla morte, dalle nostre professioni, ai nostri credo siano essi laici o di fede, agnostici e non credenti compresi, insomma tutto ciò non appartiene più solo a noi stessi ma all’intera comunità planetaria. Ognuno di noi, in ogni momento della propria vita, vota e lo fa ogni giorno, quando spegne la luce oppure no, quando lascia aperto il rubinetto dell’acqua oppure no, quando sceglie i prodotti al supermercato e quando decide cosa mangiare. Tutto questo non appartiene più solo a noi ma all’intera comunità.

“Ogni nostro atto – dice Bergonzoni – è legato ad altri perché siamo tutti chiamati nell’albo degli invocati”. Uno spettacolo che sembra più uno sprone ad un nuova vita.

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