L’obiettivo di Plastic New Deal è ridurre del 10% l’utilizzo degli imballaggi usati da quattro aziende della Brianza Lecchese
Coinvolti nel progetto anche 631 famiglie, 8 Comuni e il Parco di Montevecchia insieme a Silea, Lario Reti Holding e Seruso
OSNAGO – Quattro aziende, 631 famiglie e diverse istituzioni territoriali, dai Comuni al Parco passando per le società partecipate (Silea, Lario Reti Holding e Seruso) insieme nella sfida ambientale di ridurre l’utilizzo di imballaggi e della plastica mono – uso. Si chiama Plastic New Deal il progetto presentato oggi, giovedì, in videoconferenza, che vede in cabina di regia l’associazione Ambiente e Lavoro, Legambiente Lombardia e il Comune di Osnago. L’iniziativa ha ricevuto l’importante finanziamento di 85mila euro (su un costo complessivo di 130mila euro) da parte della Fondazione Cariplo, classificandosi al terzo posto su 23 domande inoltrate di cui 13 finanziate.
Quattro aziende della Brianza Lecchese
Il fiore all’occhiello del progetto è la partecipazione, in prima fila, di quattro aziende del territorio della Brianza lecchese, ovvero la Top Glass di Osnago, la Calvi di Merate, la Novatex di Oggiono e la Novacart di Garbagnate Monastero. “Ci siamo posti un obiettivo reale e concreto ovvero quello di arrivare alla riduzione del 10% degli imballaggi utilizzati da queste quattro ditte, operanti ciascuna in un settore diverso” ha puntualizzato Wolfango Pirelli, presidente di Ambiente e Lavoro, associazione da quarant’anni attiva in progetto non solo di attenzione alla sicurezza e alla salute, ma anche di sostenibilità ambientale. “La peculiarità di questo progetto è che non mira solamente a ridurre l’utilizzo delle plastiche monouso, ma interviene nel processo produttivo della plastica, cercando alternative in grado di ridurre l’utilizzo di questo materiale o promuovendone un tipo meno dannoso per l’ambiente”.
Il coinvolgimento degli istituti di ricerca
Fondamentale, in questa chiave, il coinvolgimento di istituti specializzati nella ricerca come l’Ipcb (Istituto per i Polimeri, Compositi e Biomateriali), che, a fianco della casa madre a Napoli, ha una sede staccata all’interno del Politecnico di Lecco e la Stiima (Istituto di Sistemi e Tecnologie Industriali per il Manifatturiero Avanzati) del Cnr di Milano. “Insieme a loro valuteremo la possibilità di utilizzare polimeri alternativi alla plastica mono uso, al fine di ottenere impatti sullo stile ambientale complessivo”.
Non una battaglia ideologica
Perché, lo ha chiarito molto bene Marzio Marzorati, esponente di Legambiente Lombardia nonché presidente del Parco regionale Nord Milano nel suo intervento, il progetto non è una battaglia ideologica contro la plastica, ma la riduzione dell’uso, a volte quasi compulsivo, dei contenitori mono uso, che spesso e volentieri, finiscono tra i rifiuti in pochi minuti. Non a caso, alle famiglie che verranno coinvolte nella sfida Plastic New Deal, si proporrà anche l’utilizzo di contenitori per evitare di portare a casa ogni volta dopo la spesa quantitativi importanti di plastica. “Partiremo da 30 famiglie che si candideranno su base volontaria per il progetto e poi ci estenderemo a tutti i circa 600 nuclei familiari riconducibili alle quattro aziende coinvolte. Fondamentale sarà il coinvolgimento delle Rsu per fare in modo che le buone pratiche di raccolta e differenziazione dei rifiuti diventino parte delle abitudini di ciascuno”.
Famiglie e Comuni coinvolti
E così, in un secondo giro, entreranno in gioco anche i Comuni – coinvolti Osnago, Cernusco, Montevecchia, Lomagna, Verderio, Paderno e Oggiono – a cui toccherà, come ribadito dal sindaco osnaghese Paolo Brivio, la “modifica del regolamento dei rifiuti urbani per incentivare, anche attraverso riduzioni del costo della Tari, comportamenti che vanno nella riduzione dell’utilizzo delle plastiche monouso”. Brivio ha aggiunto: “Come Comune avevamo già pensato di elaborare un regolamento plastic free, ma sono convinto che questa sperimentazione diretta sul territorio porterà risultati e benefici maggiori rispetto al mero perseguimento di un’idea seppur nobile”.
18 mesi per la sfida Plastic New Deal
Nella pratica, il progetto prevede una prima fase iniziale di conoscenza delle attività e dei processi produttivi delle quattro aziende coinvolte per capire quali e quante plastiche vengono utilizzate e valutare, insieme ai ricercatori, quali alternative poter introdurre e a quali costi. “Ci siamo posti l’obiettivo della riduzione degli imballaggi utilizzati del 10%, mentre contiamo di poter raggiungere il 25% di riduzione dei rifiuti prodotti dalle famiglie coinvolte. Il Cnr analizzerà l’impatto ambientale di questa sperimentazione sia da un punto di vista qualitativo che quantitativo” ha spiegato Pirelli-. Il tutto dovrebbe durare, indicativamente, 18 mesi.
Silea e il nuovo impianto di Seruso
Soddisfazione per la sfida del Plastic New Deal è stata espressa dal presidente di Silea Domenico Salvadore che ha rimarcato l’impegno profuso dalla partecipata con sede a Valmadrera nel raggiungere, anche attraverso l’introduzione della misurazione puntuale dei rifiuti con il famoso sacco rosso, percentuali sempre più alte di differenziata: “L’impianto della nostra controllata Seruso che seleziona la plastica è ormai obsoleto. Lo sostituiremo con uno in grado di differenziare 8 tipi di plastica e di colori. Penso che anche attraverso Seruso che misura la quantità di plastica che poi viene riciclata e quella che viene mandata all’inceneritore, circa il 40%, si possa avere un ulteriore chiave di lettura di questo interessante progetto”.
Molgora e il parco del Curone “green”
Anche Marco Molgora, presidente del Parco del Curone, ha voluto sottolineare l’adesione dell’ente con sede a cascina Butto rimarcando gli investimenti green effettuati dal Parco per puntare sull’energia rinnovabile.