Pubblico e privato nella stessa impresa di servizi sociali, concluso il primo mandato del Cda
Il presidente Colombo: “Più semplice per i Comuni, più veloce e flessibile nell’erogare servizi ai cittadini”
LECCO – Quando fu concepita e presentata, lasciò spazio ad un acceso dibattito perché non convinceva, almeno ad una parte delle politica, quel sistema misto a cui affidare i servizi sociali dove il privato aveva la maggioranza – seppur minima – di quote rispetto all’ente pubblico; eppure ormai da tre anni opera l‘Impresa Sociale Girasole e la sua attività sembra aver messo fine alle perplessità iniziali.
Tre anni coincidono con la fine mandato del primo consiglio di amministrazione di questa realtà a cui fanno riferimento 27 comuni lecchesi per l’erogazione dei servizi in ambito sociale. Vista l’imminente scadenza di incarico, abbiamo contattato il presidente Carlo Colombo, già sindaco di Annone, per tracciare un bilancio di questi primi anni di vita dell’Impresa Sociale:
“Il dibattito iniziale non mi ha visto partecipe – racconta Colombo – a quell’epoca non ero consigliere comunale e ho seguito il confronto attraverso gli organi di stampa. Nel momento però in cui mi sono trovato in prima linea a vivere la nuova realtà dell’impresa sociale mi sono reso conto di quanto sia stata importante la precedente esperienza di co-progettazione in forma associata, con Lecco comune capofila. Una formula che non era più possibile portare avanti, serviva un modello diverso. Gli anni di lavoro insieme però hanno avvicinato pubblico, privato e mondo del volontariato, facilitando la svolta che ne è seguita con la nascita dell’impresa sociale Girasole”.
Dal 2019, “Girasole” è la scelta di 26 Comuni dell’ambito di Lecco per la gestione ed erogazione dei servizi sociali, mentre gli altri municipi della provincia stanno proseguendo con modelli diversi, l’ambito di Bellano e Valsassina si affidano alla Comunità Montana mentre l’area della Brianza all’azienda speciale consortile Rete Salute. Calolzio invece, pur essendo nell’ambito di Lecco, ha scelto di non partecipare all’impresa sociale e di mettere a gara direttamente i propri servizi.
Ma come funziona l’impresa sociale? “Si tratta di una realtà mista composta dal privato per il 51% del capitale e su cui ‘pesa’ il rischio di impresa, il 49% è invece rappresentato dai Comuni che non partecipano come soci in maniera diretta ma tramite un’associazione di comuni – spiega il presidente Colombo – Inizialmente erano 26 gli enti comunali dell’ambito di Lecco aderenti, a loro si è aggiunto Oggiono che è fuoriuscito da Rete Salute. Restiamo aperti ad altre adesioni se ve ne fossero in futuro”.
I comuni che hanno aderito all’impresa sociale affidano con un contratto di servizio a Girasole il ‘pacchetto’ di servizi richiesto (l’importo complessivo messo a gara è stato di 49 milioni di euro), evitando così di dover indire singoli bandi d’appalto. La componente privata dell’impresa, rappresentata dalle cooperative e dal terzo settore, consente l’erogazione concreta del servizio al cittadino.
Come è regolato il rapporto con il privato? “Il socio privato è stato scelto attraverso una gara di evidenza pubblica per un incarico della durata di sei anni. Nel caso specifico si tratta di un raggruppamento di imprese con capofila il Consorzio Consolida e che unisce diverse realtà del territorio: le cooperative Sineresi, L’Arcobaleno e La Vecchia Quercia, la Coop. Due Mani e Il Grigio, Mestieri Lombardia, poi c’è la componente del volontariato rappresentata da Auser e Anteas”.
“Sicuramente – aggiunge Colombo – è una bella sfida lavorare insieme. Come già detto, arriviamo da una precedente esperienza di co-progettazione, in impresa è diverso ma lo spirito è rimasto quello. Gli enti pubblici così come l’associazionismo sono le sentinelle che raccolgono i bisogni del territorio. Alla parte privata spetta il compito di tradurre queste necessità in servizi corrispondenti. E’ un lavoro di squadra dunque”.
Quali servizi eroga oggi Girasole? “Contiamo ben 148 servizi differenti: spaziamo dall’area dedicata ai minori, educativa e scolastica, ai servizi per le famiglie fino a giungere alla fascia di popolazione più anziana, il tema dell’abitare, dell’inserimento lavorativo, delle disabilità e tutti quei servizi nati dall’evoluzione di servizi tradizionali o da esigenze nuove perché anche la popolazione cambia e così anche i bisogni”.
“Le criticità degli ultimi anni, prima su tutte quella del Covid – aggiunge Colombo – ha creato delle sofferenze nei giovani e negli anziani che si sono trovati isolati. C’era la necessità di intervenire velocemente e l’impresa sociale ha una struttura snella che consente una velocità di azione maggiore rispetto ai tempi di un singolo ente. Abbiamo istituito le navette per il trasporto degli abiti di ricambio per i ricoverati in ospedale, distribuito le tessere prepagate per le spese alimentari di chi si trovava in condizione di difficoltà, tante attività messe in pista in pochi giorni e questo è stato un grande valore aggiunto. La sfera dei servizi si amplia ulteriormente se pensiamo alle attività con finalità sociali come le piccole manutenzioni e la pulizia di parchi e sentieri che può essere parte di percorsi di inserimento lavorativo per persone svantaggiate e con disabilità lieve”.
Cos’è cambiato per il cittadino? “Penso che il cittadino abbia probabilmente meno percezione del cambiamento che c’è stato perché gli assistenti sociali e gli altri operatori con cui si interfaccia rappresentano per lui gli incaricati del Comune che eroga il servizio. Per le amministrazioni comunali invece molto è cambiato, oltre alla rapidità nell’erogazione dei servizi a cui accennavamo prima, c’è anche una maggiore flessibilità nell’andare a modificare, all’evenienza, i servizi richiesti. Ci sono poi anche benefici di natura fiscale, nella gestione dell’Iva, che hanno portato a benefici sul costo complessivo a carico dei municipi”.
Nelle prossime settimane si aprirà una nuova fase per l’impresa Girasole, con la nomina del nuovo consiglio di amministrazione per il prossimo triennio: “Come cda uscente ci piacerebbe proseguire – fa sapere il presidente Colombo – tre anni sono un intervallo relativamente breve e sono stati contrassegnati da emergenze che hanno stravolto la programmazione originale. Con il consenso di tutte le componenti, vorremmo proseguire il lavoro di programmazione dell’attività per i prossimi anni”.