Scuola e proteste. Giovedì flash mob degli insegnanti in piazza

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luci - candelaLECCO – Il mondo della scuola viaggia verso lo sciopero del 5 maggio proclamato dai sindacati contro il disegno di legge sulla “Buona Scuola”.

Una riforma che non piace nemmeno agli insegnanti lecchesi, in particolare ai precari, che anticiperanno la protesta con un’iniziativa prevista già per la sera di questo giovedì:  vestititi di nero e con un lumino in mano, si recheranno in piazza Cermenati, restando poi in silenzio per diversi minuti ed infine, in modo altrettanto silenzioso, lasceranno il piazzale.

“Lo scopo del flash mob è suscitare coinvolgimento emotivo e partecipazione dell’opinione pubblica sulla lenta agonia della nostra scuola statale” spiegano gli organizzatori dell’iniziativa.

Queste le motivazioni della protesta:

Il governo ha presentato un disegno di legge con criticità altissime in ogni suo ambito, è in corso un vero e proprio attacco alla Scuola italiana.

ASSUNZIONI PRECARI.

Le assunzioni promesse sono fumo negli occhi. Il governo, che aveva promesso 150 mila nuovi posti a tempo indeterminato, diventati poi 100 mila, ha nascosto fra i commi del ddl diverse trappole. Le assunzioni non chiuderanno una pagina drammatica del precariato ma ne apriranno un’altra ancor più grave. Non tutti gli iscritti nelle graduatorie ad esaurimento, infatti, saranno assunti, molti resteranno senza incarico (gli ormai famosi Residuali e le 23 mila maestre del fantomatico piano 0-6) e soprattutto saranno buttati fuori dalle graduatorie relative, che il 1 settembre 2015 saranno eliminate. Non sono stati minimamente considerati i precari delle graduatorie di istituto, molti di loro sono docenti abilitati e con molti anni di esperienza nell’insegnamento e dal prossimo anno non avranno più un lavoro.

FUNZIONI DIRIGENTE SCOLASTICO ED ALBI TERRITORIALI

1) Non siamo favorevoli ad un potenziamento delle funzioni del dirigente scolastico, che si trasformerebbe in un dirigente d’azienda. La scuola non è un’azienda e non deve diventar tale. La scuola deve essere il centro della conoscenza e della libertà di pensiero. Bisogna garantire il rispetto della libertà d’insegnamento e della funzione docente garantiti dall’articolo 33, I comma, della Costituzione Italiana: “L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento”.
2) Non siamo favorevoli ad un’ulteriore concentrazione di potere decisionale nella figura del Dirigente scolastico, a scapito della collegialità e dei processi di condivisione.
3) Esprimiamo un radicale e deciso parere negativo all’articolo 7 per i seguenti motivi:
a) Affidando al Dirigente scolastico la totalità delle scelte didattiche si impoverisce il ruolo del collegio docenti.
b) Affidando la valutazione del merito dei docenti al Dirigente scolastico si apre la strada al clientelismo ed a valutazioni altamente soggettive.
c) Vengono annullati i diritti acquisiti dai docenti, ai quali spetta la stabilizzazione con criteri identici a quelli dei colleghi precedentemente assunti.
d) Si creano albi territoriali, dei quali è poco chiara la struttura, l’ampiezza, le regole d’iscrizione e di permanenza, e dove confluiranno anche i docenti di ruolo che chiederanno il trasferimento. Albi dai quali i dirigenti attingeranno a proprio piacimento i docenti, che dunque non avranno la certezza di lavorare.

I Dirigenti scolastici avranno fra le mani non solo la gestione della scuola, ma anche la scelta dei docenti e, cosa davvero preoccupante, la possibilità di licenziamento degli stessi. Potenziare le funzioni del Dirigente scolastico significa farlo diventare un deus ex machina, con potere di decisione sia in entrata, con la libertà di scegliere i docenti (si manderebbe, quindi, l’unico ambito della nostra società ancora integro verso pericolosi rapporti clientelari), e potere di decisione in uscita, con la libertà di licenziarli con valutazione negativa dopo l’anno di prova.

FLASH MOB

PIANI TRIENNALI

Strumento per la programmazione dell’offerta formativa delle istituzioni scolastiche autonome. Il Piano conterrà la programmazione delle attività formative rivolte al personale docente e la quantificazione delle risorse per la realizzazione dell’offerta formativa con cadenza triennale
La nostra posizione è estremamente negativa rispetto all’ipotesi di piani triennali. “Il dirigente scolastico attribuisce gli incarichi di docenza nel rispetto dei seguenti princìpi e criteri: a) attribuzione di incarichi di durata triennale rinnovabile, coordinata con il ciclo triennale di definizione degli organici dell’autonomia”. Quindi al Dirigente Scolastico vien dato il potere anche di non rinnovare il piano triennale…Ciò porterebbe inevitabilmente ad un’instabilità territoriale e ad una difficile se non impossibile continuità didattica, oltre ad una limitazione della libertà d’insegnamento.

FINANZIAMENTI DA PARTE DI PRIVATI

Non siamo favorevoli a finanziamenti privati, da parte di attori esterni, che potrebbero poi vantar pretese sulle decisioni prese in sede collegiale, sulla formazione, sulla gestione di progetti e spazi, nonché creare differenze abissali da luogo a luogo. I finanziamenti privati porterebbero all’ennesima differenziazione in scuole di serie A e scuole di serie B.
Per tutti questi motivi continueremo a lottare…per i nostri diritti, per la nostra dignità d’insegnanti, per un’assunzione giusta, per l’equilibrio dei poteri…