Caso Italcementi: lettera dei sindaci del Meratese ad Ats Bergamo

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La preoccupazione in merito alla richiesta di Italcementi di triplicare l’utilizzo di rifiuti per alimentare il forno con cui produrre cemento

I sindaci del Meratese tornano alla carica con la necessità di effettuare anche uno studio epidemiologico e chiedono di poter partecipare, non solo come uditori, alla prossima conferenza dei servizi

MERATESE – Una lettera congiunta per ribadire la preoccupazione in merito alla richiesta, avanzata da Italcementi tramite modifica dell’autorizzazione integrata ambientale, di triplicare l’utilizzo di combustibili alternativi a quelli di origine fossile e chiedere inoltre un coinvolgimento attivo ed effettivo di tutti i Comuni nei passaggi decisionali.
E’ quanto hanno sottoscritto i sindaci del Meratese in un documento inoltrato ad Ats Bergamo in vista della prossima conferenza dei servizi in cui si tornerà a discutere del procedimento in atto.

L’incontro è in programma nelle prossime settimane e i primi cittadini dei Comuni, situati dirimpetto al cementificio di Calusco, hanno deciso di fare fronte comune condividendo l’obiettivo di tutela della salute dei proprio cittadini. “Questo documento è importante perché segna la condivisione dell’intero territorio del Meratese di una tematica importante e sentita come quella dell’inquinamento ambientale” puntualizza il sindaco di Imbersago Fabio Vergani, neo presidente della conferenza dei sindaci del Meratese.

Il sindaco di Imbersago Fabio Vergani

Già lo scorso anno i sindaci di cinque Comuni del territorio (Solza, Paderno, Imbersago, Verderio e Robbiate, con quest’ultimo capofila) si erano mossi insieme sottoscrivendo un protocollo in cui si dichiaravano pronti a valutare altre possibili azioni da mettere in campo a favore della tutela della salute pubblica. In particolare, i sindaci, pur riconoscendo come lo studio effettuato da Italcementi fosse completo nei dati ambientali, nella scelta dell’area di studio e nel modello di dispersione applicata, chiedevano di integrare l’indagine sanitaria commissionata dall’azienda bergamasca con uno studio epidemiologico analitico osservazionale (caso- controllo o coorte).

“Tale studio epidemiologico-ambientale ante-operam permetterebbe di avere una fotografia della situazione attuale, indispensabile per l’analisi futura di lungo termine, volta a valutare gli effetti del nuovo regime di alimentazione dell’impianto sulla popolazione e al fine di arricchire il quadro conoscitivo, fornendo in prospettiva un riferimento comparativo più appropriato poiché basato sul medesimo disegno di studio previsto per lo scenario post-operam – ribadiscono oggi nella lettera inviata ad Ats Bergamo -. La considerazione integrata dei dati ambientali e dei dati sanitari del territorio evidenzia, infatti, non solo che il territorio ha tassi di inquinamento medi superiori ai limiti attualmente indicati dalla WHO (World Health Organization – Organizzazione Mondiale della Sanità), ma anche una preoccupante ed eterogenea fragilità dell’area, che avrebbe dovuto consigliare una più approfondita analisi della situazione attuale”.

La preoccupazione, manifesta, è che l’incremento da 30mila a 110mila tonnellate all’anno del quantitativo di combustibili da rifiuti solidi non pericolosi (altrimenti detti Css – Combustibili Solidi Secondari) da utilizzare per alimentare il forno di produzione del clinker (componente base del cemento), in parziale sostituzione dei combustibili fossili convenzionali, possa “modificare in senso peggiorativo il profilo chimico-fisico delle emissioni, aumentando i flussi di massa di alcuni inquinanti e microinquinanti (metalli pesanti, diossine, PCB, ecc.). che necessitano di maggiore attenzione rispetto ad altri(metalli pesanti, diossine, PCB, ecc.)”.

Ragioni che hanno spinto i Comuni meratesi e la Provincia di Lecco a esprimersi negativamente durante la conferenza di servizi per la Via, la valutazione di incidenza ambientale, che si è comunque conclusa con il pronunciamento della compatibilità ambientale del progetto di modifica sostanziale dell’autorizzazione integrata ambientale, non accogliendo quindi la richiesta di tale ulteriore analisi richiesta dai Comuni.

I sindaci hanno però deciso di tornare alla carica, riuscendo a coinvolgere nella battaglia l’intera area del Meratese. Nella lettera, ribadiscono che “le criticità già sollevate in sede di Valutazione d’Impatto Ambientale non dovrebbero essere trascurate nel procedimento di modifica dell’Autorizzazione Integrata Ambientale”, evidenziano come “lo stato ambientale e di salute, esistente sulla vasta area territoriale su cui andrebbe ad insistere il progetto proposto, è tale da giustificare studi di approfondimento” e chiedono infine di poter partecipare in maniera piena ed effettiva (e non solo come uditori) alla prossima conferenza dei servizi.