Libri. “Il prigioniero del cielo” di Carlos Ruiz Zafón

Tempo di lettura: 2 minuti

Finalmente è arrivato. Il vero sequel di L’ombra del vento è nelle librerie ed è più bello che mai. Davvero imperdibile!
Zafón aveva tentato di replicare il successo del suo primo romanzo col prequel Il gioco dell’angelo, ma senza riuscirvi benché il romanzo fosse molto bello e avvincente. Questa volta invece la formula funziona e – ne sono certa – sarà un vero trionfo.
Ecco che tornano Daniel, Bea (ormai sua moglie), il signor Sempere e l’irresistibile nonché fedelissimo Fermìn per una nuova avventura. Questa volta Daniel scoprirà molto di più sulle proprie origini e su ciò che realmente accadde a sua madre. E sarà proprio Fermìn ad aiutarlo in questa impresa. Ma sullo sfondo si delineano nuovi avversari, sempre più minacciosi e pericolosi.
Zafón – saggiamente o preventivamente – si lascia uno spiraglio aperto. Il romanzo, infatti, non si conclude. O meglio termina con Daniel pronto a procedere in un’altra indagine ancora più coinvolgente. Non ci resta che attendere il prossimo capitolo di quella che ormai possiamo definire una “saga”.

Trama.
Dicembre 1957. Barcellona sta ancora cercando di uscire dalla miseria del dopoguerra. Daniel Sempere è ormai un uomo sposato e dirige la libreria di famiglia assieme al padre e al fedele Fermín con cui ha stretto una solida amicizia.
Una mattina, entra in libreria uno sconosciuto, un uomo torvo, zoppo e privo di una mano, che compra un’edizione di pregio di Il conte di Montecristo pagandola il triplo del suo valore, ma restituendola immediatamente a Daniel perché la consegni, con una dedica inquietante, a Fermín.
Si aprono così le porte del passato e antichi fantasmi tornano a sconvolgere il presente attraverso i ricordi di Fermín. Per conoscere una dolorosa verità che finora gli è stata tenuta nascosta, Daniel deve addentrarsi in un’epoca maledetta, nelle viscere delle prigioni del Montjuic, e scoprire quale patto subdolo legava David Martín – il narratore di Il gioco dell’angelo – al suo carceriere, Mauricio Valls, un uomo infido che incarna il peggio del regime franchista. 

 

Francesca Numerati