Libri. “Le correzioni” di Jonathan Franzen

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«Jonathan Franzen ha costruito un romanzo formidabile con la materia ricchissima che affiora dalla coscienza di un matrimonio, di una famiglia, di una cultura, la nostra. E lo ha fatto con partecipazione ed esuberanza, assoggettando il suo caustico temperamento moderno a un’ampia e generosa visione».

Non crediate che sia io a dire questa frase. No, no. È la critica.
Io avrei detto ben altro! Qualcosa del genere: senza capo né coda, inconcludente, decisamente noioso, prolisso.
Volete sapere la verità? Non l’ho nemmeno terminato. Mi sono fermata a pagina 260 circa. Il che significa che ho letto un paio di capitoli e non di più. Eh già… Le correzioni, infatti, consta di soli sette o otto capitoli. Peccato che ognuno di essi sia lungo più di cento pagine!
C’è chi lo considera un capolavoro. Secondo me perché, come me, non hanno capito di cosa volesse parlare Franzen ma non hanno il coraggio di ammetterlo.
Io lo dico: ci ho capito ben poco e quel poco che ho letto l’ho trovato talmente noioso e retorico che ho chiuso il libro a metà di una frase (marito e moglie stavano litigando da circa venti pagine!).
Un’altra critica dice: “L’utopia della felicità si scioglie nella constatazione che la vita non si può correggere, malgrado tutti gli sforzi”.
Bellissima frase. Una di quelle frasi che spingono il lettore a comprare un romanzo. Già… ma io non sono riuscita a condividere questo pensiero, non avendo terminato il libro.
Quindi faccio un appello a tutti voi: chi decidesse di leggere Le correzioni (e di terminarlo), sarebbe così gentile di contattarmi e farmi sapere come va a finire?
Non mi resta che aggiungere: in bocca al lupo!

 

 
Trama (presa di IBS).
Enid e Alfred Lambert, in una città del Midwest americano, trascinano le giornate accumulando oggetti, ricordi, delusioni e frustrazioni del loro matrimonio: l’uno in preda ai sintomi di un Parkinson che preferisce ignorare, l’altra con il desiderio, ormai diventato scopo di vita, di radunare per un «ultimo» Natale i tre figli allevati secondo le regole e i valori dell’America del dopoguerra, attenti a «correggere» ogni deviazione dal «giusto». Ma i figli se ne sono andati sulla costa: Gary, dirigente di banca, vittima di una depressione strisciante e di una moglie infantile; Chip che ha perso il posto all’università per «comportamento sessuale scorretto»; infine Denise, chef di successo che conduce una vita privata discutibile secondo i Lambert.

 

 

Francesca Numerati