Caldo, nelle stalle lariane scattano condizionatori e doccette per le mucche da latte

Tempo di lettura: 2 minuti

Coldiretti Como-Lecco: “La produzione di latte è già al -10% per colpa delle alte temperature”

Attivati i sistemi per garantire il benessere degli animali

COMO/LECCO – Nelle stalle lariane la produzione di latte è già al -10% per colpa del caldo e delle temperature che, fino a metà settimana, schizzeranno sopra i 30 gradi per l’arrivo di Caronte, l’anticiclone africano che sta investendo l’Italia da Nord a Sud con temperature che nella penisola si spingono anche oltre i 40 gradi. Lo afferma la Coldiretti Como Lecco nel sottolineare che negli allevamenti della regione sono scattate le contromisure: ventilatori, doccette e sistemi di raffrescamento sono attivi, mentre nelle ore più calde alcuni allevatori procedono anche a bagnare direttamente gli animali con spruzzi d’acqua.

“Nelle stalle da latte – precisa la Coldiretti interprovinciale – le mucche stanno producendo fino al 10% in meno rispetto ai periodi normali, a causa delle alte temperature. Il loro clima ideale, infatti è fra i 22 e i 24 gradi, mentre oltre questo limite mangiano poco, bevono molto e producono meno latte”.

Gli allevatori stanno intervenendo anche sulle razioni alimentari, somministrando pasti più leggeri ricchi di fibre e potassio, dati un po’ per volta per invogliare gli animali a nutrirsi senza appesantirsi e aiutarli così a resistere alla calura.

“Con l’arrivo del gran caldo, è essenziale intervenire per garantire il benessere degli animali” conferma Fortunato Trezzi, presidente di Coldiretti Como Lecco e allevatore. “Ventole e doccette funzionano a pieno regime per dare sollievo agli animali. Nelle vasche di abbeveraggio, poi, non deve mai mancare l’acqua a temperatura ambiente”.

“Il grande caldo ha investito l’Italia in un 2023 che – spiega Coldiretti – si classifica fino ad ora in Italia nella top ten degli anni più caldi di sempre con una temperatura superiore di 0,43 gradi la media storica, secondo l’analisi della Coldiretti sui dati Isac Cnr nel primo semestre del 2023”.

E per il nord Italia, dove si concentrano gli eventi estremi dell’ultima settimana, si è trattato del terzo anno più caldo, con l’anomalia del periodo che è stata di ben +0,80 gradi superiore la media. “Si conferma dunque anche quest’anno – conclude la Coldiretti – la tendenza al surriscaldamento in Italia dove la classifica degli anni più roventi negli ultimi due secoli si concentra nell’ultimo decennio e comprende nell’ordine il 2022, il 2018, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2020”.