Inviata alla Procura di Lecco una raccomandazione
Il ricovero in RSA indicato dal Garante nazionale come una “misura dal volto segregante”
LECCO – Altro capitolo per il Caso Gilardi, ad intervenire è stato il “Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale” che ha inviato una “Raccomandazione” alla Procura di Lecco “per l’adozione di un’istanza nell’interesse del professor Carlo Gilardi”.
Il caso dell’anziano ex professore di Airuno, assistito da un amministratore di sostegno dal 2017, era stato sollevato nei mesi scorsi da un servizio delle Iene, scuotendo l’opinione pubblica: diversi i presidi e le manifestazioni organizzate da amici, conoscenti e sostenitori della causa Gilardi che a gran voce continuano a chiedere che l’anziano possa tornare a casa sua. Una vicenda finita anche in Tribunale con sette persone indagate per circonvenzione di incapace: l’udienza preliminare si terrà a fine mese.
Ora l’intervento del Garante nazionale che indica la scelta dell’Amministrazione di sostegno di ricoverarlo in una Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA) come una “misura dal volto segregante”, sia per la “mancanza della preventiva predisposizione di opportunità alternative” che per la “privazione di ogni contatto con l’esterno, apparentemente imposta da quanti lo gestiscono”.
Il Garante ricorda come il ricovero in RSA era stato “indicato inizialmente come temporanea misura per delineare un progetto di ritorno a casa”, ricovero che tuttavia si sta prolungando da oltre 5 mesi.
Un altro aspetto che “non piace” al Garante nazionale è, come l’ha definita il Garante stesso “l’ampiezza del mandato dell’Amministratore di sostegno”, assegnatole dal Giudice tutelare il 28 maggio 2020, attribuendole “in via esclusiva, di provvedere a tutte le incombenze”.
Quindi il Garante nazionale ha espresso il “proprio stupore, nella Raccomandazione, per il fatto che l’Amministratore di sostegno abbia fatto trascorrere oltre 5 mesi e mezzo dall’ingresso nella Rsa, senza fare alcun concreto accenno alla prospettiva di rientro a casa. Un tempo che rende ormai improcrastinabile, per il Garante, la predisposizione di un nuovo progetto abitativo e di sostegno che sia rispondente alle aspettative di Carlo Gilardi, con il coinvolgimento del Servizio sociale territoriale e delle reti di prossimità”.
Il documento inviato alla Procura dal Garante si conclude “raccomandando all’Ufficio del Pubblico Ministero di valutare l’opportunità di esercitare le proprie prerogative per proporre istanza al Giudice Tutelare affinché sia svolta una complessiva rivalutazione del contesto di vita di Carlo Gilardi indirizzata a porre fine al suo ricovero in Rsa e, se del caso, alla revoca o sostituzione dell’Amministratore di sostegno“.