L’ennesimo anno da dimenticare sul fronte della sicurezza nei luoghi di lavoro
La Segretaria Confederale Uil Lombardia Dacquino: ” Nessuna strategia nazionale per contrastare morti e infortuni”
MILANO -101.194 denunce di infortunio, di cui 171 mortali e 3.934 tecnopatie denunciate In Lombardia nei primi undici mesi del 2024. L’ennesimo anno da dimenticare sul fronte della sicurezza nei luoghi di lavoro, cui mancano ancora i dati Inail riferiti al mese di dicembre. Mese in cui un operaio in Valtellina, in un cantiere Milano Cortina 2026, ha perso la vita.
“Dati drammatici – dichiara Eloisa Dacquino, Segretaria Confederale UIL Lombardia – ai quali sommare quelli del mese di dicembre 2024 e inizio 2025, già due infortuni mortali in Lombardia nel settore delle costruzioni nei Comuni di Clusone e Trescore Cremasco e tre operai infortunati a Rho nell’esplosione avvenuta in una fabbrica nella notte del 10 gennaio, che fotografano una realtà in cui la dignità del lavoro viene quotidianamente calpestata. Il numero impressionante di morti sul lavoro dimostra il fallimento delle politiche varate dal Governo e l’inefficacia di un’azione sempre prodiga nei confronti delle imprese, nonostante l’aumento delle violazioni in materia di sicurezza sul lavoro, appalti e lavoro sommerso, quanto silente e distratta di fronte a una guerra civile che colpisce quotidianamente lavoratrici e lavoratori”.
“Sono anni – continua Dacquino – che assistiamo al rinvio dell’Accordo Stato regioni sulla formazione, tema cardine della prevenzione nei luoghi di lavoro. Anni in cui la UIL chiede di intervenire con investimenti mirati, aumento dei controlli, revisione dei sistemi di prevenzione in abito nazionale e regionale. E la risposta ad oggi qual é? Nessuna strategia nazionale per contrastare morti e infortuni, nessuna condivisione e ascolto delle proposte avanzate per affrontare le criticità esistenti del sistema di prevenzione, ignorando ciò che avviene realmente nei luoghi di lavoro, le modalità di accadimento degli infortuni e le proposte del Sindacato”. “In questo contesto, nell’ambito della nostra Regione, assistiamo ancora alla mancata applicazione dei contratti e denunce di caporalato”.
“Regione Lombardia negli indirizzi di programmazione 2025 relativi alla prevenzione e sicurezza sul lavoro, agisce sostanzialmente in continuità con le misure previste nel 2024. Noi – prosegue Dacquino – riteniamo che un adeguato ed efficace sistema di prevenzione dovrebbe poter contare su una programmazione che consideri prioritario intervenire sulla formazione, con interventi e risorse dedicate, così come sull’assunzione di personale a tempo indeterminato delle figure professionali preposte ai servizi di prevenzione e controllo, per le quali occorre rendere attrattivo il sistema. Le prestazioni straordinarie del personale in servizio, proveniente anche da altre regioni, non possono rappresentare l’unica leva per incrementare controlli e ispezioni. L’aumento complessivo degli infortuni mortali che registra il maggior numero nel settore delle costruzioni in Lombardia così come nel resto del paese, testimonia una volta di più l’inefficacia delle misure sin qui varate a partire dalla patente a crediti, e la necessità di politiche di prevenzione idonee, sia a livello nazionale che regionale. Occorre assunzione di responsabilità e volontà, sin qui mancate, di intervenire con provvedimenti che vadano nella direzione di salvaguardare in modo efficace e concreto la vita delle persone”.