In ospedale il secondo hospice della provincia di Lecco, dieci camere per l’accompagnamento al fine vita
Il progetto presentato in occasione dei 25 anni di ACMT che contribuirà con 200 mila euro agli arredi della struttura
LECCO – Un hospice in ospedale: uno spazio dedicato ai pazienti a fine vita e ai loro famigliari, affinché il momento più delicato e doloroso possa trovare il giusto luogo dove svolgersi, pur all’interno del presidio ospedaliero.
Si tratta dell’hospice “Resegone”, la seconda struttura per fine vita e cure palliative per la provincia di Lecco e che troverà collocazione al secondo piano dell’ospedale Manzoni di Lecco. Un progetto che era stato annunciato lo scorso luglio dall’assessore regionale Letizia Moratti e presentato questa mattina nell’aula magna dell’ASST di Lecco.
“Pur con risultati eccezionali sulla presa in carico dei pazienti nell’ambito delle cure palliative e pur con una delle più importanti reti di servizi di cure domiciliari, il territorio di Lecco era penalizzato per posti disponibili in hospice rispetto alla media della stessa ATS e quella regionale. Potevamo contare solo sulla struttura del Nespolo di Airuno ed ora invece si amplia questa possibilità” sottolinea Paolo Favini, direttore generale dell’azienda ospedaliera.
Il secondo hospice in provincia sarà dunque intraospedaliero in un ospedale dove, ha sottolineato il direttore, la mortalità in reparto registra valori tra i più bassi rispetto ai dati regionali.
“L’ospedale, di per sé, ha una mortalità che può essere compressa fino ad un certo punto – spiega il dott. Gianlorenzo Scaccabarozzi, direttore del Dipartimento delle fragilità (DIFRA) dell’azienda ospedaliera – il progetto dell’hospice arriva al termine di un lungo percorso di 30 anni, durante il quale è stata fortemente rafforzata la rete territoriale e nella nostra provincia abbiamo dati incredibili sulla capacità di intercettare e gestire il bisogno, a volte però non c’è il tempo per la presa in carico e c’è la necessità di una risposta immediata”.
“Mediamente ogni anno muoiono circa 3 mila pazienti – aggiunge il dott. Scaccabarozzi – attraverso i nostri percorsi e il Nespolo di Airuno riusciamo ad intercettarne mille, con questo nuovo hospice possiamo fare di più”.
Un compleanno significativo per ACMT
Un intervento che sarà realizzato grazie al prezioso contributo dell’Associazione per la Cura dei Malati in Trattamento Palliativo (ACMT) che proprio in questi giorni festeggia i suoi 25 anni di attività. L’associazione lecchese si farà carico del costo degli arredi dell’hospice fino ad una cifra di ben 200 mila euro, frutto dei fondi parsimoniosamente raccolti in questi anni e di una recente donazione di 50 mila euro destinate alla realtà associativa.
“Ci siamo costituiti il 16 ottobre di 25 anni fa con l’obiettivo di assistere i malati a domicilio, per dare sollievo a dolore e sofferenze – ricorda la presidente Francesca Biorcio Mauri – è un’associazione nata dalla spinta di Soroptimist Lecco e in particolare dall’impegno di Gabriella Zanini che ricordiamo con emozione”.
“In questi anni -ha proseguito la presidente – abbiamo collaborato in maniera continuativa il Difra, finanziando anche occasioni formative per gli operatori e nelle prossime settimane partirà un nuovo corso in collaborazione con il Nespolo. I nostri volontari sono al fianco dei malati, vogliono essere loro amici preziosi nel difficile momento del fine vita, con grande rispetto”.
“25 anni di affetto tra l’ospedale e l’associazione – ha rimarcato il direttore Favini – grazie perché anche oggi ci siete così vicini e continuerete a fare bene anche in questa nuova realtà che sarà l’hospice”.
Il nuovo hospice
La nuova struttura potrà contare su dieci camere al secondo piano dell’ospedale, uno spazio (oggi occupato da posti letto per il reparto di medicina generale che saranno trasferiti al terzo piano) destinato a diventare la nuova area dedicata alle fragilità.
“Già da luglio abbiamo iniziato a lavorare per la sua realizzazione e crediamo che entro la fine di quest’anno l’hospice possa entrare in funzione” fa sapere Anna Cazzaniga, direttrice della struttura complessa del SITRA.
A curare il progetto è l’architetto Giulia Torregrossa: “Quando si deve affrontare il momento doloroso della morte di un proprio familiare si vorrebbe portarlo a casa, per farlo sentire nelle condizioni migliori, ma non sempre questo è possibile. Abbiamo pensato all’hospice cercando di renderlo il più possibile accogliente come se fosse casa” spiega la professionista.
Due le aree in cui sarà suddivisa la struttura, una pubblica e una riservata ai degenti. Le stanze saranno dotate di televisione dove sarà possibile far scorrere le foto dei propri familiari attraverso una chiavetta USB e ci sarà in dotazione anche ‘Alexa’ per ascoltare musica o suoni naturali. I soffitti, su cui si rivolgeranno gli sguardi dei pazienti allettati, saranno decorati con tappezzerie e “i colori scelti richiamano la natura, sono i colori del silenzio” aggiunge l’architetto lecchese.
Sarà poi presente un’area tisaneria e una biblioteca fruibile per i familiari, come angolo di svago o per necessità lavorative, e una cabina telefonica totalmente isolata acusticamente come area di privacy. “Abbiamo cercato di venire incontro alle esigenze dei pazienti e dei loro cari – conclude Torregrossa – è un progetto pensato con il cuore”.