Riserva di Sartirana: nuovo compromesso sulla fruizione. Ma tra Robbiani e Tamandi è scontro

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Le transenne poste lo scorso anno per bloccare l'accesso al lago di Sartirana

In consiglio di gestione lo scontro tra l’assessore Robbiani e il consigliere di maggioranza Tamandi

Emendate le osservazioni presentate da Tamandi e Perego: con il nuovo piano la chiusura sarà limitata dal 1° marzo al 31 maggio e l’ente gestore potrà modificare il periodo per comprovate necessità

 

MERATE – Due osservazioni respinte e due “limate” al fine di arrivare a una proposta, il più possibile, condivisa. Il consiglio di gestione della riserva del lago di Sartirana si è riunito ieri sera, lunedì, in sala consiliare per esaminare le osservazioni giunte al piano integrato di gestione dell’area naturalistica.

A presiedere l’incontro l’assessore all’Ambiente Andrea Robbiani che ha spiegato come per un mero errore materiale si siano riaperti i termini per la presentazione delle osservazioni al documento, varato dall’amministrazione comunale affidandosi ai tecnici della società Idrogea.

Corposo e nutrito, il piano era già frutto di un importante lavoro di sintesi e di confronto avvenuto lo scorso anno, quando già erano emerse, con tanto di una raccolta di firme promossa a latere, due diverse visioni di gestione e quindi di fruizione del lago di Sartirana, diventato riserva naturale dal 1983.

Due “mondi” che sono tornati a confrontarsi ieri sera, con le richieste, avanzate dai consiglieri comunali Fabio Tamandi (maggioranza) e Roberto Perego (Cambia Merate) di poter allentare un po’ la morsa delle limitazioni. Scartata l’osservazione giunta dal comitato civico Ambiente, presieduto da Elena Calogero, perché ritenuto inammissibile e incomprensibile, il consiglio di gestione ha anche respinto l’istanza giunta da alcuni residenti nella zona di Cassina che chiedevano sostanzialmente di equiparare gli orari di accesso alla riserva a quelli dei parchi pubblici (la cui chiusura è anticipata rispetto a quella della riserva).

Il grosso della discussione si è concentrato, come era prevedibile, sulle osservazioni giunte dai consiglieri comunali. Fabio Tamandi ha introdotto la sua richiesta, sottolineando di voler affidare un ruolo strategico all’ente gestore sulla decisione dei periodi di chiusura della riserva per non rischiare di restare ingessati nella rigida applicazione di un regolamento. “Il piano dura 10 anni: quello che decidiamo ora potrebbe non valere tra qualche anno. Per questo chiedo di dare la facoltà all’ente gestore di decidere di volta in volta”. Una richiesta a cui l’assessore Robbiani ha prima opposto dei rilievi tecnici per poi entrare nei contenuti ritenendo fondamentale lasciare indicato, già nel piano, il periodi di chiusura. Opinione ribadita anche dalla professionista che ha redatto il documento, la biologa Barbara Raimondi, collegata da remoto alla riunione. Convinti di questa scelta anche Cesare Della Pietà e Luigi Esposito, rispettivamente delegati del Parco del Curone e del Parco Adda Nord nel consiglio di gestione.

Robbiani ha poi sottolineato come il piano di gestione in discussione prevede già la possibilità per l’ente gestore di prevedere altre limitazioni per questioni legate a necessità della riserva, mostrandosi disponibile a mutare la dicitura (superando così anche i problemi interpretativi sul significato di altre inteso come ulteriori o diverse) del comma dell’articolo in questione introducendo la facoltà dell’ente gestore di modificare i periodi di chiusura per comprovate necessità.

L’osservazione presentata dal consigliere Tamandi verrà quindi emendata con questa modifica e inserita nel piano di gestione che verrà portato di nuovo in adozione in consiglio comunale per poi essere inviato in Regione. Stessa sorte toccherà anche all’altra osservazione, quella presentata da Roberto Perego, cassata nella richiesta riguardante il canneto (perché già contenuta nel piano di gestione) e modificata, grazie al contributo di diversi esponenti del consiglio di gestione, sulla riduzione del periodo di chiusura. Il consigliere sartiranese chiedeva di ridurre la chiusura dell’area A, quella a nord, considerata di maggior pregio naturalistico, di un mese, facendola iniziare al 1° aprile anziché al 1° marzo con termine il 15 giugno. Il consiglio di gestione ha infine deciso, con i voti contrari di Cesare Della Pietà, Esposito e Laura Todde (Legambiente) di indicare come chiusura il periodo dal 1° marzo al 31 maggio, in modo da lasciare la riserva fruibile nei mesi più caldi.

“I primi giorni di giugno sono ancora importantissimi per il ciclo riproduttivo degli animali presenti in riserva” le parole di Delle Pietà, contrario a una scelta promossa in nome di un compromesso che non tiene conto “che stiamo parlando di una riserva, non di un parco pubblico”. Opinione ribadita anche da Laura Todde che ha evidenziato l’importanza di tenere sempre il focus sulla riserva e sui miglioramenti, a livello di promozione della biodiversità, che si possono apportare a questa area.

Una visione ambientalista che ieri sera è stata in parte sacrificata in nome dell’equilibrio politico, non solo del consiglio di gestione, ma anche e forse soprattutto del consiglio comunale. Non si può certo dire però che la riunione non abbia lasciato delle ferite aperte visto la diversità di vedute e di approccio, sempre più evidente, tra l’assessore all’Ambiente Robbiani e il consigliere di maggioranza Fabio Tamandi. Uno “scontro” diventato palpabile quando, nel bel mezzo della discussione sulle osservazioni, Tamandi è sbottato dopo l’ennesima risposta a tono di Robbiani, che tra riferimenti ad atteggiamenti populisti e inviti alla coerenza ha inanellato, una dietro l’altra durante la serata, tutte le considerazioni fin qui usate per difendere la bontà del piano adottato a settembre (qui l’articolo).

Colpito dall’ultima provocazione, di fatto quasi impercettibile per il pubblico presente in sala,(dopo averlo invitato a non fare come Calimero ha aggiunto “Se sei coerente devi avere il coraggio di abbandonare questo consiglio”), Tamandi si è alzato dalla sedia, ha spento il microfono e ha abbandonato, stizzito, l’aula dicendo: “Andrea, tanto hai sempre ragione tu”. Laconica la risposta dell’assessore: “Mi spiace che l’abbia messa sul personale” ha detto, salvo poi riprendere le redini del discorso e indicare la rotta da seguire per i prossimi passi del piano di gestione. Che, quindi, tornerà in Consiglio comunale rimodulato con gli emendamenti apportati a larga maggioranza dal consiglio di gestione per essere nuovamente adottato e poi essere inviato a Milano.

Intanto, da venerdì scorso, 1° aprile, l’accesso alla riserva del lago di Sartirana è stato vietato con le sbarre poste appena dopo l’accesso alla foce così come previsto dal piano di gestione in vigore (e mai, di fatto, applicato fino a due anni a questa parte).