LECCO โ Richiedevano e si intascavano il sussidio dai servizi sociali, autocertificandosi un reddito da morti di fame quando in realtร , in alcuni specifici casi, arrivano a muovere dai propri conti correnti cifre superiori ai 100 mila euro.
Eโ lo scandalo messo alla luce dalla Polizia Locale di Lecco e dalla Guardia di Finanza, che in questi giorni hanno fatto partire 53 denunce nei confronti di altrettanti cittadini per indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato.
Le indagini sono partite nei primi mesi dellโanno su spinta dellโassessore comunale alle Politiche Sociali, Ivano Donato, che ha voluto vederci chiaro dietro le richieste di quel bonus, variabile dai 500 ai 3000 euro, destinati alle persone in stato di bisogno e verificare se quei soldi venissero erogati a chi ne aveva effettivamente necessitร .
Il 12 febbraio รจ partita ufficialmente lโoperazione โMaglie Stretteโ, con la Polizia Locale che ha iniziato le verifiche sui 130 richiedenti il sussidio per un totale di 167 mila euro erogati nel 2012. Un lavoro non semplice, come spiegato dal comandante Franco Morizio, perchรฉ se il beneficiario corrispondeva ad un unico soggetto fisico, si รจ dovuta passare al setaccio la situazione economica dellโintero nucleo familiare (complessivamente 210 persone).
A marzo รจ inziata ย la sinergia con la ย Procura e con i finanzieri, coordinati dal colonnello Corrado Loero, con i quali si รจ provveduto ad incrociare i dati degli istituti di credito dove erano depositati i conti delle famiglie in esame e in alcuni casi anche i money transfer, utilizzati per spostare i soldi verso lโestero.
Dalle 130 posizioni prese in esame, in 53 casi sono emerse discrepanze tra quanto dichiarato nelle domande di accesso al sussidio rispetto alla reale capacitร di spesa delle famiglie per una cifra complessiva percepita indebitamente che supera i 52 mila euro.
Sono cosรฌ scattate le denunce e le sanzioni amministrative per un totale di 154 mila euro; ogni โfinto poveroโ si troverร a pagare il triplo di quanto percepito illegalmente e dovrร inoltre restituire lโintero importo del sussidio. Nella rete delle forze dell’ordine sono finiti sia cittadini ย italiani che stranieri, mentre non รจ emerso nessun “finto invalido”.
I controlli, come spiegato dagli inquirenti, stanno proseguendo ed รจ possibile che spuntino nuovi provvedimenti nei confronti di altre persone.