LECCO – “Mai più zoo d’acqua, mai più delfini-clown”: A chiederlo è la LAV in una nuova petizione di LAV e Marevivo che si potrà firmare in centinaia di piazze italiane sabato 29 e domenica 30 marzo e il 5 e 6 aprile.
In provincia di Lecco i tavoli LAV saranno: a Lecco in piazza XX Settembre domenica 30 marzo e domenica 6 aprile (ore 10.30- 18.00), a Merate sabato 29 marzo e sabato 5 aprile in piazza Prinetti (ore 10.30 – 18.00).
Con questa petizione LAV e Marevivo intendono chiedere al Governo e al Parlamento una nuova legge che vieti l’importazione di delfini e di altri cetacei a fini di spettacolo. E con il tuo aiuto potremo realizzare anche un altro progetto di straordinaria importanza: la costruzione del primo “rifugio per i delfini” in un’area di mare protetta, che possa accogliere i cetacei provenienti da strutture dismesse.
“Si tratta di un grande progetto finalizzato a reinserire questi mammiferi nel loro habitat naturale, per restituirgli la libertà purtroppo negata nei delfinari: per realizzarlo abbiamo bisogno anche del tuo sostegno – spiegano dalla Lav – Ai cittadini chiediamo di non andare a visitare i delfinari, per non essere complici di questa inaccettabile prigionia, e di sostenere la nostra campagna sottoscrivendo questa petizione. Inoltre, presso i tavoli LAV, il 29 e 30 marzo e il 5 e 6 aprile, sarà possibile sostenere questa campagna scegliendo le nostre tradizionali uova di Pasqua, in buonissimo cioccolato fondente del commercio equo e solidale: un dono generoso per amici e parenti e per gli animali che in questo modo ci aiuterete a salvare”
“Le nostre investigazioni confermano che in Italia i delfinari non hanno alcuna funzione educativa né scientifica o di conservazione della specie, ovvero non rispettano queste caratteristiche obbligatorie per legge, facendo invece spettacolo: un inganno che i cittadini devono conoscere e a cui dobbiamo mettere fine, a tutela degli animali imprigionati in questa forzata cattività – dichiarano Laura Gentile (Marevivo) e Roberto Bennati (LAV) – La denuncia di queste violazioni ha determinato un primo risultato: il sequestro dei delfini del Delfinario di Rimini, emblema degli zoo d’acqua”.