VALMADRERA – Riceviamo e pubblichiamo la nota del Coordinamento della Provincia di Lecco di Legambiente riguardo al progetto di teleriscaldamento che la società Silea, gestore dell’inceneritore di Valmadrera oltre che della raccolta dell’immondizia in tanti comuni della provincia, per la produzione di energia termica sfruttando la combustione dei rifiuti.
Un progetto che vede l’associazione ambientalista contraria:
“A seguito della presentazione del progetto preliminare per predisporre il forno inceneritore di Valmadrera ad una rete di teleriscaldamento, il Coordinamento della Provincia di Lecco di Legambiente intende dare la propria lettura della questione.
Continuiamo a ritenere evidente che il forno inceneritore stia andando verso fine vita, poiché sarà necessaria, entro una decina d’anni, una ristrutturazione del forno stesso che non appare giustificabile per diverse ragioni: il fabbisogno oggi di incenerimento a livello regionale è inferiore alla capacità di combustione dei rifiuti; per di più, appare contraddittorio il tentativo di ridurre la produzione territoriale di rifiuti, quando questi stessi sarebbero il combustibile che alimenta la rete di teleriscaldamento.
Proprio per questo Legambiente si interroga sulla lungimiranza di investire più di 50 milioni di euro su un teleriscaldamento che, da qui a pochi anni, non avrà più nemmeno il merito di sfruttare l’energia prodotta dalla combustione dei rifiuti. Una tale somma potrebbe essere invece investita, per esempio, nella riqualificazione o nell’incentivare la riqualificazione in termini energetici di vari edifici, di cui molti pubblici. Si potrebbe inoltre, con tale somma, investire in maniera decisa anche su Seruso, sviluppando con maggiore convinzione la differenziazione delle materie riciclabili.
Inoltre, nel progetto risulta assente il tentativo di immaginare nel futuro l’alimentazione della rete stessa con fonti energetiche rinnovabili, il che pare evidentemente poco lungimirante anche da un punto di vista strategico, oltre che energetico ed ambientale.
Infine, un’ultima grossa preoccupazione che potrebbe concretizzarsi è che il privato intervenga con un forte investimento nella realizzazione della rete che, ad oggi, non ha ancora un candidato. Il privato non è necessariamente un elemento negativo, ma diventerebbe innegabile che le opportunità della comunità di incidere successivamente nelle scelte di gestione si ridurrebbero notevolmente”.
Coordinamento della Provincia di Lecco di Legambiente