LECCO – La scioccante notizia del possibile addio della Sport Management – a causa di un problema burocratico sul prolungamento della gestione fino ad agosto – con conseguente chiusura del Centro Sportivo del Bione ha gettato nello sconforto i principali fruitori della struttura, ossia i dirigenti che da anni la utilizzano per fare allenare le loro società sportive.
“Io personalmente non ho ancora ricevuto alcuna comunicazione ufficiale – ha dichiarato il presidente della Gimar Lecco Antonio Tallarita in un’intervista telefonica nel tardo pomeriggio – ma se fosse così sarei basito e sconvolto dalla notizia. Il sindaco aveva dichiarato che tutto era risolto, ma questa situazione di eterna incertezza ci preoccupa e ci danneggia dal punto di vista dell’immagine societaria. Sono sette anni che si parla di ristrutturazione, ma non si è fatto nulla e non capisco dove stia il problema. Forse i dirigenti comunali sottovalutano le esigenze delle società e degli sportivi lecchesi.”
La Gimar Lecco non è l’unica società di serie B che rischia di trovarsi appiedata in caso di chiusura del centro sportivo. Anche il presidente della Picco Lecco Dario Righetti non è tranquillo. “Siamo molto preoccupati, inutile nasconderlo, perché in tempi rapidi è impossibile trovare una soluzione alternativa. Purtroppo questo è un ulteriore grattacapo che non ci aspettavamo, generato dalla solita macchinosa burocrazia. Per noi è stata una doccia fredda, visto che pensavamo fosse tutto risolto. Non mi sarei mai aspettato questa notizia, il sindaco e l’assessore si erano molto prodigati per ovviare al problema a dicembre, spero che per sabato tutto torni alla normalità.”
“E’ una situazione incredibile, mi pare che in comune la mano destra non sappia cosa fa la sinistra. Cosa faremo noi? Andremo ad allenarci in municipio” si sfoga così, con un’amara battuta, il presidente dell’Atletica Lecco, Maurizio Longoni.
La società lecchese impegna oltre 150 dei suoi atleti al Bione, “da lunedì al sabato – prosegue – siamo presenti fin dalla nascita del centro sportivo. Abbiamo i campionati nazionali, se il centro sportivo chiude dovremo arrabattarci trovando altre soluzioni, la palestra dell’Istituto Grassi, potremmo chiedere al comune di Oggiono la possibilità di utilizzare la loro pista. È però allucinante che una città come Lecco, capoluogo di provincia, non sappia gestire un centro sportivo. Non diamo la colpa a Brivio, tutte le amministrazioni comunali che si sono succedute non hanno mai fatto nulla”.
Longoni ricorda anche gli sforzi fatti dalla società per poter continuare ad utilizzare gli impianti: “I sacconi del salto con l’asta e del salto in alto, per fare un esempio, li abbiamo acquistati noi e poi riparati quando la tromba d’aria di due anni fa li ha danneggiati. Lo stesso vale per la gabbia del lancio col disco. Tutto a nostre spese. I gestori ci sono venuti incontro ma dal Comune non abbiamo attenuto alcuna attenzione”.
Per concludere, anche il presidente dell’Accademia Polisportiva Arcadia di Oggiono Luca Bonfanti – che utilizza la pista di pattinaggio – esterna tutte le sue perplessità. “Ho appena saputo la notizia e spero vivamente che tutto si risolva per tempo. Sabato prossimo avevamo già programmato un allenamento al chiuso, ma il mio pensiero va a tutte le persone che usufruiscono regolarmente della struttura. Bisogna che ci siano più certezze, soprattutto per le programmazioni a lungo termine.