LECCO – E’ confermata l’alleanza tra l’Azienda Ospedaliera di Lecco e l’Azienda Ospedaliera della Valtellina e della Valchiavenna in materia di attività cardiovascolare.
I cardiologi di Lecco offrono, come è noto e da qualche mese, in virtù di una convenzione sottoscritta dai manager delle due Aziende, consulenze cliniche e interventistiche di emodinamica e di elettrofisiologia per i pazienti acuti della Valtellina e Valchiavenna, sia presso i laboratori di via dell’Eremo che presso l’Ospedale di Sondrio.
Inoltre, grazie alla stessa convenzione, la Cardiochirurgia dell’Azienda Ospedaliera di Lecco diventa sempre più il punto di riferimento anche per i pazienti chirurgici della provincia di Sondrio. Un punto di riferimento di tutto rispetto che, in questi giorni, a distanza di due anni e sei mesi dall’avvio dell’attività, ha superato il traguardo dei 1.160 interventi realizzati, un esito e un valore che sono andati ben oltre le più rosee aspettative poste al momento del rodaggio della Struttura.
E’ doveroso riportare qualche cifra, che dimostra la costante ascesa del numero di interventi realizzati: 391 nel 2010, 461 nel 2011 , con un ulteriore incremento nei primi sei mesi del 2012. Complessivamente sono il 24% i malati che provengono da fuori provincia di Lecco e che scelgono la Cardiochirurgia del Manzoni: fra di essi, il 14% risulta residente in provincia di Sondrio.
Vengono trattate in sala operatoria tutte le patologie cardiache, acquisite o congenite rare, dalla più semplice alla più complessa. I pazienti coinvolti hanno una età compresa tra i 12 e i 94 anni: la maggior parte risulta di sesso maschile (70%), con un età media di 71 anni.
Nel periodo di oltre due anni, la mortalità a 30 giorni dal ricovero ospedaliero (indicatore utilizzato dall’Agenas, l’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali) è risultata pari all’1,8%, una percentuale decisamente più bassa rispetto a quanto previsto a livello internazionale ovvero secondo Euroscore, l’indice più utilizzato, attestato all’8,36%.
Anche sul piano delle complicanze post operatorie, i valori sono estremamente ridotti: ad esempio, per riapertura precoce della ferita chirurgica per sanguinamento la percentuale è attestata allo 0,7%, mentre per infezioni della ferita è pari all’1,3%.
“Una caratteristica particolare del nostro Centro – spiega Amando Gamba, Direttore del Dipartimento Cardiovascolare e Primario della Cardiochirurgia – riguarda il decorso post-operatorio: i pazienti dopo l’intervento vengono ricoverati prima in Terapia Intensiva (con una degenza media di 2 giorni); successivamente vengono trasferiti in sub-intensiva (in media, 2-3 giorni), passando poi direttamente alla fase riabilitativa”.