Oscar Giannino fa il tutto esaurito al Sociale di Lecco

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LECCO – Grande successo di pubblico per il “one man show” di Oscar Giannino nella serata di ieri al Teatro Sociale di Lecco, organizzata da Confcommercio e Confindustria; il teatro, esaurito, ha chiuso le porte e il pubblico lasciato fuori (una cinquantina di persone) ha protestato, chiedendo almeno la possibilità di seguire la conferenza su un grande schermo.

Oscar Giannino, 50 anni, torinese di nascita e milanese d’adozione, è un giornalista che si occupa principalmente di temi di economia e politica, in modo decisamente originale; attualmente, dopo esperienze e collaborazioni con “La Voce repubblicana”, “Il Giornale” e “Il Foglio”, conduce una trasmissione quotidiana su Radio24 “Nove in punto, la versione di Oscar”, da cui attacca il sistema politico ed economico italiano, e scrive su Panorama, Tempi, Messaggero, Gazzettino e Mattino.

“Lecco incontra Oscar Giannino: la crisi che si protrae, il prezzo pagato da imprese e cittadini, prospettive e possibili vie d’uscita” era il titolo della conferenza che per tutta la serata ha catalizzato l’attenzione di quasi 500 persone: Giannino, con il suo stile pungente, non ha risparmiato nulla a nessuno e ha fatto un’analisi critica della situazione economica italiana, davanti a una platea composta da imprenditori, commercianti e semplici cittadini, la società civile, insomma.

“Le imprese italiane – ha esordito il giornalista – sono nella situazione attuale per tre ragioni principali: in primo luogo l’imposizione fiscale fortissima a causa dell’alto debito pubblico. Gli altri paesi per diminuirlo hanno scelto la strada della minor spesa e delle maggiori entrate, ma da noi le maggiori entrate si sono tramutate per l’80% in tasse e la metà delle minor spese sono state tagli agli enti locali, che hanno poi dovuto recuperare i minori introiti con altre tasse locali. In sostanza 105 miliardi di maggiori entrate di tasse”.

“L’Italia non è vittima dell’euro e delle Germania – continua Giannino – bensì di una politica che per 18 anni, dopo la crisi del ’92, non ha fatto altro che mentire; mentre da una parte dichiarava che avrebbe diminuito gradualmente il debito con l’avanzo primario, dall’altra parte, complice anche l’ingresso nell’euro, che ha regalato il vantaggio di pagare meno interessi sul debito pubblico, ha cominciato ad alzare la spese pubblica, per cui si è entrati nel circolo del più tasse, più spesa più debito”.

Secondo Giannino, un altro problema riguarda le banche e la politica fatta dalla Banca d’Italia “quando le cose andavano bene; a causa di ciò, le banche ora si trovano a non avere liquidità per le imprese”.

“L’ultimo problema è che lo stato è un cattivo pagatore e quindi le imprese soffrono; in sostanza siamo al punto in cui siamo solo per colpa dello stato, che ha continuato a trattare cittadini e imprese come sudditi, a calci in bocca, e non come cittadini; e ho detto stato, non solo politica, perché buona parte della responsabilità è dei “tecnici” dello stato, gli amministratori statali, non il governo tecnico, che non hanno mai fatto impresa e non la conoscono. Solo in Italia gli amministratori statali vengono scelti in base alla casacca politica che indossano e non in base alle competenze”.

Quale è quindi lo scenario che si profila nel prossimo futuro? “Non si può parlare seriamente di Monti bis – prosegue il giornalista – perché ce lo vedete Monti che fa un governo con Casini, Bersani e Vendola? Quindi l’ipotesi Monti bis è una non ipotesi. Le altre due ipotesi sono: una “cosa” simile a quella che ha vinto in Sicilia, che, grazie ai dati sui nostri conti correnti che dal 15 di ottobre sono in possesso della Agenzia delle Entrate, obbligherà tutti ad acquistare titoli di stato (di fatto una patrimoniale) oppure un parlamento senza maggioranza, che farà sì che la Germania invii il Fondo Monetario che, poiché troverà un costo della pubblica amministrazione superiore del 20% alla media europea, taglierà le tredicesime dei dipendenti pubblici”.

Giannino, però, non è disfattista e si avvia verso la fine del suo intervento elencando anche i punti di forza del nostro Paese “in primo luogo la capacità di esportare; secondariamente la patrimonializzazione delle famiglie italiane, che sono sempre state delle formiche, e in ultimo, il fatto che l’Italia ha 480 miliardi di euro di patrimonio immobiliare alienabile. Il debito pubblico va abbassato con una politica di cessioni e dismissioni; è necessario fare una grande gara internazionale, affidandone la gestione ai privati.”

Una breve sessione di domande, con un fugace accenno al movimento di “Fermare il declino” tra i cui fondatori c’è proprio Giannino, e l’invito a “non arrendersi” da parte dello stesso giornalista hanno concluso tra gli applausi la serata.