‘Ndrangheta, maxi operazione dei Carabinieri, 4 indagati nel lecchese

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Carabinieri generica

Le indagini hanno dimostrato l’operatività di un sodalizio di ‘ndrangheta avente stabili ramificazioni nelle province di Lecco, Genova e Torino

4 gli indagati nella nostra Provincia

CATANZARO/LECCO – 52 indagati nell’ambito della maxi operazione contro la ‘Ndrangheta svolta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Catanzaro con il supporto di oltre 400 uomini della Legione Calabria e dei comandi territorialmente competenti.

L’ordine di custodia cautelare emesso dal Gip del Tribunale di Catanzaro su richiesta della Dda è scattato questa mattina nelle Provincia di Catanzaro, Genova, Torino e anche Lecco, dove risultano 4 indagati: si tratta di Beniamino Bianco, 54 anni, residente a Oggiono, Claudio Gentile, 40 anni, residente a Valmadrera, Giuseppina Trovato, 38, residente a Galbiate e Danilo Monti, 32 anni, già detenuto nel carcere di Frosinone.

Dei 52 indagati 38 sono in carcere, 6 ai domiciliari e 8 hanno obbligo di presentazione alla P.G. di cui 5 anche con l’obbligo di dimora): sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico mafioso, detenzione e porto abusivo di armi, traffico di stupefacenti, estorsione e intestazione fittizia di beni.

L’attività, denominata “Karpanthos” (dal nome attribuito, in antichità, alla città di Petronà), condotta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Catanzaro, ha consentito di intervenire nell’area della presila catanzarese, ai confini con la provincia di Crotone, dimostrando l’esistenza e l’attuale operatività di un sodalizio di ‘ndrangheta operante nei territori di Petronà e Cerva, avente stabili ramificazioni nelle province di Lecco, Genova e Torino, e di un’organizzazione dedita a un fiorente spaccio di sostanze stupefacenti, operante sul medesimo territorio, di cui fanno parte alcuni affiliati.

Le investigazioni si sono sviluppate attraverso un’imponente attività di tipo tradizionale, consistente in attività tecniche, escussione di persone informate sui fatti, servizi di OCP sul territorio, riscontri “sul campo”, con una parallela attività di acquisizione e analisi di dichiarazioni di collaboratori di giustizia, corroborate dai relativi riscontri e la cui attendibilità è stata già riconosciuta in precedenti sentenze, oltre all’acquisizione di plurime emergenze di altri procedimenti penali.