L’addio a Ennio Airoldi, presidente del Csi Lecco: “Ora da lassù fai il tifo per noi”

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Gremita la chiesa parrocchiale di Merate per il funerale di Ennio Airoldi, morto a soli 60 anni

Il messaggio dell’arcivescovo Delpini e il ricordo del presidente nazionale del Csi Bosio

MERATE – La passione, profonda e sincera, per lo sport; l’amore per la famiglia e la fede profonda. Sono i tre tratti distintivi con cui don Andrea Mellera ha voluto ricordare Ennio Airoldi, presidente del Csi di Lecco, scomparso nei giorni scorsi all’età di 60 anni, durante i funerali celebrati oggi pomeriggio, lunedì, nella chiesa parrocchiale di Sant’Ambrogio insieme al parroco don Luigi Peraboni, al coadiutore dell’oratorio don Davide Serra, a don Alessio Albertini già consulente csi Milano, don Stefano Guidi responsabile Fom, fra Gabriele e don Luigi Pisoni già coadiutore di Merate e già consulente Csi Lecco.

Ennio Airoldi
Ennio Airoldi

Tantissime le persone che hanno voluto stringersi intorno alla moglie, ai figli e ai genitori per cercare di dare conforto di fronte a una perdita dolorosa e lacerante, che ha sconvolto l’intera comunità di Merate e il mondo del Csi, in cui Ennio era ben più di un semplice presidente.

“La notizia del tuo malore è arrivata come un fulmine a ciel sereno” ha detto don Andrea, consulente del Csi Lecco, ricordando come Ennio fosse stato male proprio in chiesa, il 9 luglio, durante la messa della domenica. Un malore improvviso che purtroppo nascondeva una malattia molto aggressiva, contro cui Airoldi ha lottato con coraggio, determinazione e tanta consapevolezza. “E’ successo tutto velocemente, rendendo il tutto ancora più duro da accettare. Oggi allora con molta semplicità vorremmo dire grazie al Signore che ci ha permesso di averti tra noi, grazie perché hai affrontato anche la malattia con la testa, con il cuore e con la passione, così come hai sempre fatto nella vita”.

Lo sguardo è poi andato alla bandiera del Csi, adagiata sulla bara al centro della chiesa: “Il Csi perde un presidente appassionato, determinato e coraggioso. Anche in ospedale pensavi sempre allo sport e mi dicesti che stavi leggendo un libro che ti stava facendo sognare. Anche se la malattia ti stava consumando giorno dopo giorno, tu continuavi a sognare uno sport sempre più vero e sincero. Del resto, è stato proprio lo sport, scuola di vita, ad aiutarti a vivere anche l’ultima tua sfida, quella della malattia”.

Don Andrea, parroco di Olginate, ha voluto sottolineare anche il profondo legame di Airoldi con i genitori, con il fratello, la moglie e i tre figli e la grande fede, concreta e declinata nel quotidiano, che l’ha sorretto fino all’ultimo. “Da oggi ci sentiamo tutti più poveri perché perdiamo tutti un grande dono, un amico vero. Ti salutiamo battendo un 5 sportivo, così come facevamo sempre quando ci incontravamo. Hai giocato la tua partita fino alla fine e ora ti chiediamo di fare il tifo per noi da lassù. La tua vita è stata un continuo donarsi: pur tra i limiti e difetti di tutti, Ennio ha avuto la capacità di perdere tempo per gli altri”.

Un riferimento colto da Vittorio Bosio, presidente nazionale del Csi che ha ringraziato Airoldi per aver condiviso un lungo tratto di strada insieme per il bene del Csi. “Eri un uomo di squadra anche quando si trattava di giocare fuori territorio, non facendo mai mancare le tue capacità di mediazione, di ascolto e di fare spogliatoio”. Commosso, Bosio si è poi rivolto direttamente all’amico Ennio per chiedere di intercedere affinché qualcuno si faccia ispirare dal suo esempio per perdere tempo per gli altri. “Sappiamo benissimo che questo tempo è sottratto alla famiglia e per questo chiediamo scusa, consapevoli però che è tempo speso per la comunità. La bandiera posata sulla bara ci ricorda che il bene comune va tenuto al centro”.

Una passione, quella per lo sport, sottolineata anche da un collega di lavoro: “Abbiamo vissuto fianco a fianco per tanti anni e anche in ufficio abbiamo spesso preso spunto dallo sport per compiere delle scelte. Ti abbiamo sempre riconosciuto intelligenza, capacità tecniche e una gentilezza fuori dal comune. Quando ci hai parlato della tua malattia, l’hai dipinta come la sfida tra una piccola squadra del tuo Csi e il Real Madrid. In questa sfida hai messo un coraggio enorme e noi tutti facevamo il tifo per te”.

Parole sincere e commosse a cui si è unita anche un’amica di famiglia che ha ricordato un uomo semplice, sincero e sempre disponibile, capace di aprirsi agli altri pur restando pacato e riservato.

Anche l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, ha voluto far pervenire un messaggio di condoglianze ai familiari e al Csi, riconoscendo l’impegno e il servizio svolto con generosità, affidabilità e spirito di dedizione verso gli atleti, gli allenatori e i dirigenti del Comitato sportivo italiano. “Ennio lascia un vuoto sconcertante” ha concluso Delpini.