Moutaharrik, martedì la sentenza. La difesa: “Non è Isis”

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Moutaharrik Abderrahim
Il tribunale di Milano

MILANO/LECCO – “La richiesta ci sembra alta, ripercorrendo gli atti di indagine siamo fermamente convinti che nel processo a Moutaharrik non ci sia alcun reato associativo a fini terroristici“. Questa la tesi di Vittorio Platì e Sandro Clementi, avvocati difensori di Abderrahim Moutaharrik, arrestato lo scorso aprile a Lecco con l’accusa di partecipazione ad associazione con finalità terroristiche internazionali.

Martedì prossimo, 14 febbraio, presso il tribunale meneghino andrà in scena l’udienza decisiva per il 24enne di origini marocchine arrestato con la moglie Salma Bencharki dagli uomini della Digos e dei Carabinieri Ros di Lecco. La coppia viveva da un anno e mezzo in città, in via Panigada nel rione di San Giovanni, con due figli piccoli di 2 e 4 anni. Stando al quadro accusatorio i due sarebbero stati pronti a partire per la Siria per unirsi alle fila dello Stato Islamico.

L’accusa ha chiesto per i due sei anni e mezzo di reclusione.

Moutaharrik Abderrahim

Una richiesta eccessiva, per il difensore, che in sede di discussione finale ha ribadito l’estraneità del suo assistito ai fatti contestati: “Per contestare le condotte associative terroristiche i parametri sono tre – ha spiegato – avrebbe dovuto contribuire all’Isis dall’Italia, oppure subordinarsi alle volontà dell’organizzazione dopo l’adesione, oppure ancora andare in Siria. Nessuna di queste tre cose è avvenuta, perciò ribadiamo: nel processo per partecipazione ad associazione terroristica manca proprio la partecipazione”.

In sede di interrogatorio, dopo l’arresto, Moutaharrik si era difeso dalle accuse, spiegando di voler andare in Siria per aiutare i bambini e le vittime della guerra. Per poter entrare nel paese, avevano aggiunto i difensori, “i due avrebbero dovuto comunque prendere contatti con le milizie del califfato essendo il territorio siriano sotto loro stretto controllo”. Una tesi sostenuta anche dalla moglie Salma, per gli inquirenti complice attiva nel progetto.

Intanto il 24enne resta in carcere a Sassari, da dove ha seguito in videoconferenza le udienze del processo a suo carico, non potendo presenziarvi fisicamente per motivi di sicurezza, su disposizione del giudice. Dal carcere, martedì, assisterà alla lettura della sentenza da parte del giudice. Nessuna dichiarazione da parte sua, come ha fatto sapere il legale.