Lo studio della UIL del Lario sulla cassa integrazione nel lecchese e nel comasco
Ad agosto cala l’uso dell’ammortizzatore sociale ma preoccupano ancora le conseguenze del Covid
LECCO – L’8° rapporto UIL del Lario sulla cassa integrazione nelle Province di Como e Lecco rileva una frenata della richiesta di ore di cassa integrazione da parte delle imprese nel mese di agosto rispetto al mese precedente nelle Province di Como e Lecco, mentre, il confronto tra agosto 2020 con lo stesso mese dell’anno precedente manifesta un incremento delle ore.
È il confronto dei primi 8 mesi del 2020 con lo stesso periodo del 2019, spiegano dal sindacato, a rilevare le drammatiche conseguenze economiche dovute alla pandemia del COVID -19. Lo studio è carente del dato riguardante il FIS (fondo integrazione salariale), l’INPS non fornisce il dato per Provincia ma solo per Regione, e del FSBA (fondo di solidarietà bilaterale per l’artigianato).
I dati
La variazione della cassa integrazione totale è negativa ad agosto rispetto al mese di luglio: Como -54,5%; Lecco -37,7%; Lombardia -52,6%; Italia -43,2%.
Ben diverso il dato del confronto tra agosto 2020 e agosto 2019: Como +157.120,8%; Lecco +2.671,3%. Ugualmente pesante è il confronto tra i primi otto mesi del 2020 con quelli dell’anno precedente (Como +939,0%; Lecco +2.399,6%).
I lavoratori che sono stati in cassa integrazione da gennaio ad agosto, mediamente, nel comasco ammontano a 23.736; nel lecchese invece 14.782.
Nei settori
Tutti i settori hanno subito le conseguenze dell’emergenza sanitaria Covid-19 nel periodo gennaio-agosto 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019:
- Industria: Como +664,6%; Lecco +1.965,8%.
- Edilizia: Como +1.286,9%; Lecco +2.113,0%.
- Artigianato: Como +5.515.900,0%; Lecco +2.435.900,0%.
- Commercio: Como +4.864,3%; Lecco +3.406.860.900,0%.
Monteduro: “Pesa l’incertezza dell’emergenza sanitaria nel mondo”
“Il rallentamento della richiesta di cassa integrazione nel mese di agosto rispetto al mese precedente – sottolinea il segretario della Uil del Lario, Salvatore Monteduro – non deve illudere, purtroppo, permane un quadro economico di incertezza e forte instabilità dovuto al peggioramento della situazione sanitaria per la diffusione del Coronavirus a livello globale che potrebbe incidere negativamente sulla domanda estera e quindi sulle aziende che basano, prevalentemente, la loro produzione sull’export, nonché sul settore del turismo. Bisogna agire in fretta nel mobilitare le risorse del Recovery Fund e quelle del MES, utili a rendere più competitivo, moderno e sicuro il nostro Paese. Ci sono a rischio numerosi posti di lavoro, oggi salvaguardati dagli ammortizzatori sociali e dal divieto ai licenziamenti per giustificato motivo oggettivo”.