Covid e crisi. Striscione in Confcommercio: “Servono più certezze e tutele”

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Uno striscione esposto al Palazzo del Commercio e nelle altre sedi dell’associazione

Il presidente Peccati: “Le nostre imprese hanno bisogno di lavorare, con continuità, certezze e tutele”

LECCO – “Lavoro e tutele subito per le nostre imprese”. E’ quanto recita lo striscione che da questa mattina è esposto sulla facciata del Palazzo del Commercio di Lecco, in piazza Garibaldi.

Un’iniziativa che vuole essere “un appello accorato – spiega Antonio Peccati, presidente di Confcommercio – perché chi ha il compito di decidere lo faccia in fretta tenendo conto che le imprese portano sviluppo, occupazione e benessere al territorio”.

Il presidente Antonio Peccati e il direttore Alberto Riva

Uno striscione che sarà esposto non solo a Lecco ma anche nelle sedi di Calolzio e Merate dell’associazione “per richiamare l’attenzione su un tema che sta a cuore a noi come associazione ma che dovrebbe stare a cuore anche a tutta la comunità – aggiunge Peccati – le nostre imprese hanno bisogno di potere lavorare e di potere avere tutele e sostegno subito. Oggi scendiamo nelle strade e in piazza, dove operano le nostre imprese, per dire con forza che non c’è più tempo da perdere. Il commercio, il turismo e i servizi che noi rappresentiamo stanno vivendo mesi davvero difficili: alcuni comparti sono chiusi, altri sono fortemente penalizzati altri lavorano ma a scartamento ridotto”.

“Siamo consapevoli dell’emergenza che stiamo vivendo e del dramma causato dalla pandemia – aggiunge il presidente di Confcommercio – ma chi lavora ha bisogno di avere più certezze sia in termini di possibilità di lavorare che di possibilità di avere ristori giusti e adeguati”.

Antonio Peccati

I cambi di ‘zona’, le chiusure di bar e ristoranti e le nuove limitazioni all’asporto, stanno creando forti difficoltà al settore.

“Comprendiamo la rabbia e la frustrazione di tanti imprenditori e operatori ma sappiamo anche che solo stando insieme, solo agendo da associazione responsabile e seria – conclude Peccati – solo restando nel terreno del rispetto delle norme possiamo ottenere i risultati sperati”.

Perché Confcommercio non aderisce #ioapro

Gli striscioni sono stati esposti nel giorno della protesta “#ioapro” che vedrà bar e ristoranti aderenti in tutta Italia sfidare le regole (e le multe) tenendo aperti i propri esercizi ai clienti.

“Non aderiamo perché in questo momento non possiamo permetterci il lusso di far incorrere in sanzioni e denunce penali i nostri associati – sottolinea Marco Caterisano, presidente della FIPE Confcommercio – credo che questo sia doveroso e una forma di tutela nei confronti di chi rappresentiamo”.

Marco Caterisano, presidente Fipe Confcommercio

Non è da meno però la motivazione nel chiedere alle istituzioni maggiori certezze “di poter tornare a lavorare senza repentini stop che sono deleteri per le nostre imprese, e maggiori tutele perché chiediamo che gli strumenti di tutela sia immediati concreti e certi, calcolati sulle effettive perdite delle aziende maturate in questo periodo”

“Siamo conviti – conclude Caterisano – che strada da percorre sia quella di lottare per lavorare in sicurezza e in continuità”.