Chi era Marco “Butch” Anghileri, uomo e alpinista

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LECCO – A quattro giorni della tragica notizia della scomparsa di Marco “Butch” Anghileri, in questo articolo riportiamo uno scritto di Renato Frigerio storica figura dei Gamma (gruppo alpinistico di cui Marco faceva marco butch anghileriparte), redatto nel 2000 per presentare “Da solo in inverno” il libro edito da Stefanoni che il “Butch” scrisse in occasione della realizzazione della prima solitaria invernale della via Solleder sulla parete nordovest della Civetta in Dolomiti. Lo riproponiamo insieme al video “In cammino con Marco Anghileri” (www.vertical-orme.tv) realizzato da Maurizio Panseri e caricato sulla piattaforma Vimeo, una breve intervista effettuata sul grande palcoscenico della Grignetta. 

Due documenti che ricordano e raccontano chi era e in fondo chi è, perchè dai nostri cuori non se ne andrà mai, l’amico Marco Anghileri. Segue l’elenco delle sue imprese più importanti, tratte dal sito di Df-SportSpecialist marchio e catena di negozi d’abbigliamento sportivo per il quale Marco “Butch” Anghileri era testimonial a fronte della grande amicizia che lo legava al titolare Sergio Longoni.

 

VIDEO

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Link Diretto: http://vimeo.com/71197267

 

di Renato Frigerio
“È eccessivo premettere la presentazione del protagonista di una semplice arrampicata? Tutto può sembrare esagerato, o al contrario inadeguato, secondo i diversi punti di vista e il grado di competenza degli interlocutori: e così, l’impresa stessa una prima invernale solitaria potrebbe apparire conclamata con troppa, ingiustificabile enfasi.

Un obiettivo rilievo in questi casi può essere espresso e riscontrato più facilmente se si riesce ad impostarlo alla luce del soggetto che ha attuato l’operazione, per cui ora, per valutare quanto è stato compiuto sulla Solleder, risulterà opportuno entrare in un minimo di conoscenza dell’alpinista che qui ha scritto la pagina più entusiasmante della sua vita in montagna, anche se molte pagine bianche attendono ancora di essere riempite.
Guardandolo anagraficamente, ci troviamo di fronte ad un ragazzo, perché al giorno d’oggi così si presenta un giovane che non ha ancora compiuto i 28 anni: ma Marco Anghileri ragazzo lo è propriamente anche nell’aspetto, nel suo volto aperto e pulito, pur se segnato da un’espressione intensa e seria, rivelatrice della sua indole riflessiva e determinata.
La sua passione per l’alpinismo è tracciata in un solco dinastico, come del resto è già stato per il fratello maggiore Giorgio, troppo presto strappato all’alpinismo da un banale incidente di strada. Il cammino è stato segnato dal nonno Adolfo, allievo del grande Gigi Vitali, che negli anni trenta veniva guardato come un’autentica promessa, bloccata poi da una menomazione ad una gamba per una grave ferita bellica. Quello che è sfuggito alla conquista del nonno diventa comunque appannaggio superlativo del padre: Aldo Anghileri è uno dei nomi sacri dell’alpinismo lecchese, di quella schiera che, in continuità con la scuola scaturita da Cassin, ha continuato degnamente in montagna una tradizione che molti invidiano a Lecco. Papà Aldo è uno che sul 6° grado ha fatto cose pazzesche, ma ha pure saputo guardare in profondità ai problemi che si agitavano nei giovani come lui e in quelli che, appena adolescenti, stavano confluendo numerosi tra gli appassionati di montagna con l’evidente esigenza di un forte cambiamento e di far prevalere senza limiti la loro personalità. In funzione di questi ideali, Aldo non ha esitato a lasciare il suo prestigioso gruppo dei Ragni, per fondare, con pochi altri, un nuovo gruppo alpinistico lecchese, il Gamma, di cui diventa il primo presidente.
Chissà quante volte il piccolo Marco si sarà fatto raccontare dal padre lo scenario di questi avvenimenti, oltre naturalmente tutte le spericolate imprese da lui collezionate sulle più belle pareti delle Alpi e delle Dolomiti! L’ambiente della montagna diventa perciò subito il suo humus, e qui la preziosa piantina si alimenta e cresce in modo tanto rigoglioso come forse nemmeno il padre avrebbe potuto sperare. Non è questo il luogo dove ricordare i suoi inizi, i suoi rapidi progressi, la sue strepitose vittorie: qui si vuole solo riuscire a capire qualcosa di lui, del suo carattere, delle sue motivazioni per imbarcarsi in quello che i ragazzi della sua età normalmente rifuggono. A noi comunque è concesso comprenderlo solo guardandolo dal di fuori e arguire da lì qualche aspetto del suo carattere. Non c’è dubbio che Marco sia interessato a tutto ciò che riguarda la montagna e ne abbia fatto una ragione di vita.
La sede dei Gamma è diventato il suo ambiente abituale, e, vivendo in un gruppo, si sente impegnato a portare il suo attivo contributo, cercando di conciliarlo al meglio con i periodi di preparazione e allenamento che la sua attività alpinistica richiede.

marco anghileri foto di Giovanni Giarletta
Foto di Giovanni Giarletta

Al gruppo ha sempre donato la sua presenza, che significa trasmissione di importanti esperienze, il suo contributo nelle scelte di decisioni determinanti, una collaborazione attiva e concreta nell’attuazione della scuola di roccia e nell’organizzazione del campeggi. Molti giovani hanno trovato in lui l’istruttore ideale, che non fa sfoggio della sua evidente superiorità, ma con attenzione ed amicizia riesce ad indicare la bellezza dell’arrampicata e a guidare con proprietà al suo rischioso approccio. Pur amando stare in compagnia, riuscendo ad intrattenere ed a divertire, la sua predilezione per la salita solitaria parla apertamente del suo carattere orientato all’indipendenza, a non farsi condizionare dalle opinioni e dalle attitudini degli altri, come pure di una sensibilità che non vuole imporre ad altri la sue preferenze e la sue decisioni. Ma non soltanto questi sono i motivi che lo inducono a stare spesso solo, specialmente nelle prove più difficili ed impegnative.
Nella montagna e nell’alpinismo Marco ha individuato la forma valida di collaudo severo della sua personalità e nello stesso tempo la condizione ambientale più idonea per trovare una risposta che definisca i suoi limiti fisici, psicologici e spirituali. Non potremmo spiegarci diversamente la grande forza morale che gli ha consentito di lottare, del tutto isolato e per cinque interminabili giornate, su una delle più impressionanti pareti delle Dolomiti, sopportando quattro tremendi bivacchi. “Credo che, ad essere soli in questo suggestivo e selvaggio paesaggio roccioso, si verrebbe presi dalla disperazione”. Da queste parole di Toni Hiebeler, non un alpinista qualsiasi, ma uno dei conquistatori della prima invernale sulla Solleder, emerge l’incredibile forza di carattere di Marco Anghileri: per lui non c’è stata disperazione, ma solo calma e serenità. Non si può reggere in queste situazioni estreme se dentro non si possiede una sete appassionata di ricerca e se non si è certi che questa potrà essere soddisfatta solo nel dominio totale di se stessi, in un profondo ascolto interiore, lontani dal frastuono che distrae e aliena.
Chi osa tanto, non si ritiene poi mai appagato anche se gioisce per ogni nuova conquista, il suo sguardo è già proteso verso nuovi traguardi, nell’ansia si assaporare emozioni nuove, che tali non possono essere se non vengono trovate su un terreno completamente diverso.
Così è fatto Marco ed anche se ormai ci ha abituato a tutto, prima o poi verrà a sorprenderci ancora, lanciato com’è ad un confronto senza limiti con se stesso, su ogni terreno. E non è detto nemmeno che sia proprio o solo la montagna a rivelarcelo nella sua luce più sensazionale, dopo che lui stesso ci ha rivelato il suo sogno ambizioso di voler “crescere, in montagna, ma anche e soprattutto al di fuori di essa”.

Dal sito di Df-Sport Specialist (www.df-sportspecialist.it)
TESTIMONIAL

MARCO ANGHILERI, classe 1972, oltre che un grande alpinista è soprattutto un grande uomo. Lecchese DOC, si è avvicinato alle montagne fin dai primi anni di vita, accompagnato dal papà Aldo (pioniere del VI° grado) e dal nonno Adolfo (conosciuto alpinista negli anni ’30).

Nella sua incredibile carriera, coronata da enormi successi ed imprese uniche nel loro genere, si è sempre diviso tra i suoi due grandi amori: le amate montagne di casa da una parte, le Grigne, e le Dolomiti dall’altra.

Prime invernali e concatenamenti unici hanno caratterizzato il suo alpinismo, ma al di là dell’impresa, Marco cerca soprattutto una cosa: l’emozione. Non c’è impresa che si possa definire tale se non ci si guarda dentro prima, dopo e durante, scoprendo aspetti del proprio Io che, fusi con le bellezze dei paesaggi e delle montagne, fanno apprezzare la vita per quello che è davvero.

“Momenti Verticali” è questo, un viaggio alla scoperta di cosa si cela dentro e dietro ad ogni salita e a noi stessi. Un percorso che Marco ha sempre affrontato con il solito spirito e l’inconfondibile sorriso!

Collaboratore di SportSpecialist e amico personale di Sergio Longoni, dopo aver segnato tutto il 2011 con fantastiche ripetizioni in solitaria, poche settimane fa ha salito per la prima volta in solitaria la Via dei Bellunesi allo Spiz di Lagunaz (Pale di San Lucano), via aperta nel 1979 e ripetuta solo una volta nel 2004.


CURRICULUM

La carriera alpinistica di Marco Anghileri è impressionante:

– 1° ripetizione e invernale della “Stenico” alla Cima Su Alto (VI+ A4) in 5 giorni.

– 1° ripetizione e invernale della “Via degli Amici” al Sasso Cavallo (VI+ A3) in 2 giorni e ripetizione solitaria della “Via Oppio” al Sasso Cavallo (VI A2) in 2 ore nel 1992.

– ripetizione in solitaria dello “Spigolo Nord” dell’Agner in 3 ore e trenta nel 1993.

– 1° ripetizione invernale solitaria della “Aste” in Civetta (VI A1) in 4 giorni.

– solitaria integrale della “Via dell’Anniversario” in Medale (VII) in 1 ora (probabile 1° free-solo della via).

– 1° ripetizione solitaria della “Via Rebus” in Medale (6C A3) in 2 ore e trenta nel 1994.

– ripetizione solitaria di “Don Chisciotte” (VI) in Marmolada in 2 ore nel 1995.

– nel ’95-’96 arrivano le 5 invernali: 1° ripetizione e invernale della “Via Sonia” alle Pale di San Lucano (VII A2) in 4 giorni; 1° ripetizione e invernale della “Via dei Finanzieri” alle Pale di San Lucano (VI+ A2) in 2 giorni; 1° ripetizione e solitaria invernale della “Via Olimpo” in Marmolada (VII+) in 3 giorni; 1° ripetizione solitaria e invernale della “Via Olimpo” in Marmolada (VII+) in 3 giorni; 1° ripetizione solitaria e invernale della “Via Casarotto” alla Cima della Busazza in Civetta (VII) in 3 giorni; 1° ripetizione solitaria e invernale della “Via Casarotto” alla Quarta Pala di San Lucano (VI+) in 2 giorni.

– nel 2000 compie la 1° solitaria invernale della “Via Solleder” in Civetta (VI) in 5 giorni e concatena la “Vinatzer/Messner” in Marmolada, la “Solleder” in Civetta e lo “Spigolo Nord” dell’Agner in sole 14 ore.

– nel 2009 concatena in una sola giornata le vie “Taveggia”, “Eternium”, “Messico e Nuvole”, Susanna Sotto le Gocce”, “Saronno ‘87”, “Anniversario”, “Cassin” e “Boga” in Medale per un totale di 2000 metri di sviluppo.

– nel 2010 concatena in 24 ore ben 6 vie del grande Cassin: Medale, Torre Costanza, Torrione Palma, Sasso Carbonari, Sasso Cavallo,Pizzo Eghen con spostamenti a piedi.

– nel 2011 sale in solitaria “L’Ultimo Zar” alle Pale di San Lucano, le “Vie del Det” alla Punta Forcellino, al Torrione Costanza, al Sasso Cavallo e la “Via dei Ragni” al Torrione Cecilia.

– nel 2012 sale in solitaria la “Via dei Bellunesi” allo Spiz di Lagunaz.