L’impatto della crisi climatica sui rifugi lombardi: i numeri e alcune soluzioni

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Rifugio Rosalba

Nel 2022 la siccità ha avuto conseguenze negative per circa la metà dei rifugi lombardi

Incontro targato Cai Milano e Università degli Studi di Milano

MILANO – A causa della siccità, circa il 30% dei rifugi lombardi ha iniziato a chiedere interventi sul problema dell’approvvigionamento idrico da alcuni anni. Nel 2022, anno più caldo e siccitoso in Italia dall’inizio dell’Ottocento, oltre il 60% dei rifugi ha registrato una diminuzione almeno del 30-40% dell’acqua disponibile. Come conseguenza, il 10% delle strutture ha dovuto interrompere in anticipo la stagione estiva e tutte hanno avuto una riduzione di presenze nella stagione primaverile per scarso innevamento e carenza di acqua. Nel complesso, quindi, lo scorso anno la siccità ha avuto conseguenze negative per circa la metà dei rifugi lombardi.

I dati, estrapolati da un sondaggio realizzato tra gennaio e marzo 2023 da Ersaf (Ente Regionale per i Servizi all’Agricoltura e alle Foreste) con il contributo di Assorifugi Lombardia, sono stati illustrati da Luca Grimaldi (Ersaf) in occasione dell’incontro “Cambiamento climatico e rifugi: un adattamento indispensabile”, organizzato dal Cai Milano, in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano. La conferenza è stata la seconda del progetto “FOOTPRINTS. Tu, che misura porti?” inserito nel calendario del 150° anniversario del Cai Milano, attraverso cui si vuole dare visibilità a un tema di grande attualità e da sempre centrale nella filosofia del Cai: la sostenibilità delle azioni umane in montagna e non solo.

Per le aree con quote superiori ai 2.000 metri sul livello del mare, infatti, a partire dagli anni 2000 si è misurato un repentino aumento dei giorni estremamente caldi. Come altra conseguenza dell’incremento delle temperature, sopra i 1.500 metri sul livello del mare le piogge tendono a sostituirsi alle nevicate, soprattutto all’inizio della stagione invernale, riducendo così l’estensione e lo spessore della copertura nivale, con un’accelerazione di questa tendenza negativa nell’ultimo ventennio. I ghiacciai della Lombardia, dal 1981 al 2007, hanno perso spessore glaciale fino a 70 metri: un dato allarmante, se si tiene conto del fatto che i ghiacciai alpini, in generale, sono spessi non più di 50/100 metri. Il cambiamento climatico sta, quindi, influenzando soprattutto le aree di montagna, portando a periodi sempre più frequenti e duraturi di siccità e al distacco di valanghe.

A rispondere al sondaggio sono stati 107 rifugi lombardi su un totale di circa 250 (190 sono quelli iscritti all’albo regionale) cui si aggiungono capanne sociali e bivacchi. Strutture che, di solito, sono aperte un mese e mezzo in primavera per la stagione delle ciaspole e dello sci-alpinismo e più o meno tre mesi nella stagione estiva. A rispondere al sondaggio anche i 13 rifugi lombardi (tra Lecco e Sondrio) del Cai Milano (qui la lista completa).

Il problema della siccità, lo scorso anno, ha colpito seriamente anche l’economia degli alpeggi lombardi. L’attività, in genere, viene avviata intorno a metà giugno e si chiude intorno a metà settembre, quando gli allevatori tornano a valle con il bestiame. Lo scorso anno, però, già a inizio agosto gli allevatori non riuscivano più a nutrire gli animali, perché l’erba era troppo secca, e questo ha provocato una diminuzione della produzione di latte.

In questo contesto, il Cai Milano è impegnato, grazie ai cofinanziamenti messi a disposizione da Regione Lombardia e dal Fondo Stabile Pro Rifugi, in un ingente sforzo, sia in termini di risorse economiche sia in termini di lavoro dei propri volontari. Nell’ultimo triennio, questo sforzo ha portato a circa 3 milioni di euro di investimenti per il ripristino di strutture danneggiate da valanghe o per il rifacimento degli impianti di chiarificazione delle acque reflue, ma anche per il potenziamento, progettazione e realizzazione di impianti per l’approvvigionamento di energia rinnovabile (solare e idroelettrica), per l’accumulo e stoccaggio di acque piovane a uso idrosanitario, nonché per il trattamento, stoccaggio e trasporto a valle dei rifiuti solidi. E, infine, per l’approvvigionamento delle derrate con mezzi ecologici (teleferica).

Alcuni rifugi sono, inoltre, un esempio di avanguardia nella sostenibilità, come il Carlo Porta, che per riscaldare gli escursionisti prevede di utilizzare biomassa ricavata dalla gestione dei boschi adiacenti, con riduzione delle emissioni di Co2. Per valorizzare ulteriormente i suoi rifugi, la sezione di Milano ha lanciato quest’anno un premio a punti per tutti i soci che dimostreranno di averli visitati nel corso della stagione.

I relatori della serata sono stati Antonella Senese (Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali, Università degli Studi di Milano), Fiorella Acquaotta (Dipartimento di Scienze della Terra, Università degli Studi di Torino), Daniele Bocchiola (Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale, Politecnico di Milano) e Luca Grimaldi (Ersaf Lombardia). È intervenuto anche Lorenzo Maritan, responsabile rifugi del Cai Milano.