Campeggio a Mandello. Per Casa Comune “muri, setti e scale costruiti sul demanio”

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L'edificio vista lago in costruzione sulla spiaggia del campeggio

Spuntano nuovi retroscena sui lavori nell’ex area campeggio, dal gruppo politico e consiliare di minoranza

“Parti della costruzione a lago si trovavano sul demanio e poi furono demolite. Lo confermano gli atti verbali”

MANDELLO – “La verità, come si suol dire, viene sempre a galla…Ci sono agli atti verbali di sopralluogo dell’Autorità di Bacino e del Comune risalenti all’aprile 2023 che attestano, in modo assolutamente certo, che parti della costruzione a lago insistessero sul demanio (muri, setti, scale) senza alcuna autorizzazione tant’è che successivamente il progettista dell’intervento scrive e conferma l’avvenuta demolizione di alcuni di essi con pagamento di tanto di ammenda”.

Nuovi tasselli svelati da Casa Comune per Mandello democratica, gruppo politico e consiliare di minoranza, sui lavori interessanti l’ex area campeggio a Mandello in via Lungo Lario e via Giulio Cesare: questa volta sembrerebbe che la costruzione fronte lago, affacciata sulla spiaggia, occupasse la zona demaniale.

“Si tratta di parti che erano nel progetto e riportate sui disegni ma che il Comune, stranamente – proseguono i membri – non ha mai indagato in sede autorizzativa e soprattutto elementi per cui tutto il progetto doveva sottoporsi alla Provincia sin da subito! Non ci sono quindi dubbi che il progetto dovesse andare in Provincia per intero come segnalato dalla lettera dell’ente stesso del 28/6 e che il Sindaco, i progettisti e l’Autorità di Bacino l’abbiano risolta facendo demolire dei pezzi che li avrebbero ‘messi nei guai’. Fasoli si è ovviamente ben guardato dal comunicare questi fatti, affrettandosi subito a dire che tutto era sempre stato regolare e in ordine benché ciò non fosse e non è nei fatti vero. Chi può dire se questo aberrante progetto, una volta sottoposto alla Provincia, non avrebbe avuto uno stop?”.

Tante le riflessioni e gli interrogativi che il gruppo si pone in base a quanto emerso: “A dimostrazione di quanto sopra e delle gravissime, mancate verifiche in sede autorizzativa prendiamo atto successivamente anche della lettera del Comune e della richiesta dell’Autorità di bacino, datate luglio 2023, che richiedono al soggetto privato nuovamente la verifica dei confini demaniali e privati e la sovrapposizione di tali dati con il progetto depositato nonché con le mappe catastali (sappiamo essere già non corrispondenti le quantità di metri quadri di proprietà rispetto alle reali utilizzate come da precedenti comunicazioni). Da notare… l’Autorità di Bacino possiede già tutti questi dati, per forza, per cui per quale motivo chiederli ad un privato?. Il Comune, dal canto suo, si affretta ad argomentare da una parte le sue inconsistenti motivazioni, dicendo che le opere autorizzate erano tutte legittime (udite udite…), ma dall’altra parte chiede anche lui conferme e verifiche di confini demaniali al privato. Incredibile. Una domanda semplice semplice: ma perché non hanno svolto queste verifiche prima di devastare una spiaggia e il suo paesaggio?“.

Casa Comune procede cercando di evidenziare gli altri aspetti a lei dissonanti della questione: “Soprattutto è assurdo che si chieda a chi ha realizzato un ‘presunto abuso’ di determinare dove si colloca il confine demaniale che finisce per decidere se vi sia o meno l’abuso stesso! Senza dimenticare che dalla definizione di questo confine deriva anche la competenza o meno sulla vicenda, (Comune o Provincia) quindi è totalmente inaccettabile che i dati che fissano il confine li fornisca il privato, soggetto evidentemente interessato a una sola soluzione…quella a suo favore”.

“Alla luce di tutto questo – tira le somme Casa Comune – ci si chiede come mai la sospensione del cantiere sia avvenuta solo a luglio, con evidenti danni per il contesto naturalistico e paesaggistico. Dagli atti reperiti si evince, anche, che nel mese di maggio 2023 sia stata addirittura inoltrata dal privato una richiesta di autorizzazione per opere su area demaniale, ad oggi non ancora approvata. I muri o le scale oggetto di questa presunta autorizzazione tardiva insistono sul demanio quindi! E fanno parte del progetto! Non c’è ancora nessuna pronuncia dagli enti competenti e sembra essere sparita nel nulla questa richiesta. Anche qui è evidente che la pronuncia decisiva della Provincia sia stata per mesi elusa e disattesa ed ora si affronta la procedura a pezzi, nel tentativo maldestro e tardivo di riattaccare i cocci”.

Ribadisce il gruppo, come già fatto negli scorsi interventi: “Crediamo di avere ampiamente dimostrato, in questa faccenda, l’ostinazione a mentire pubblicamente da parte di Fasoli e la sua maggioranza, che invece avrebbero dovuto occuparsi di difendere il territorio da questi orrori speculativi che vengono persino spacciati per rigenerazione urbana”.

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