“Riflessione sul Teleriscaldamento” di Stefano Parolari

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Stefano Parolari

 

LECCO – Ci scrive Stefano Parolari, consigliere comunale della Lega Nord, riguardo al teleriscaldamento. Una lettera che il consigliere ci aveva inviato alla vigilia dell’approvazione, in Consiglio Comunale, della convenzione che legherà i comuni di Lecco, Valmadrera e Malgrate al discusso progetto:

Di seguito, senza presunzione, per i lettori più pazienti cerchiamo di argomentare la questione, analizzando alcuni dati ed informazioni, ma omettendo, in questa fase l’analisi, anche critica sulla realizzazione del teleriscaldamento in una città come Lecco che ha strade strette e pochi spazi per il posizionamento tubi se non agendo in profondità con i conseguenti problemi e disagi per cittadinanza in tutte le sue esigenze di lavoro per mobilità.

Come amministratori locali , la domanda cui dobbiamo rispondere a livello politico territoriale non è Teleriscaldamento SI o Teleriscaldamento NO, ma a un quesito più cogente e contestualmente appropriato ovvero :

“ vogliamo che la nostra Provincia e Regione siano autosufficienti dal punto di vista del ciclo integrato dei Rifiuti o vogliamo che la nostra Regione provveda allo smaltimento di rifiuti solidi urbani prodotti in altre Regioni e di conseguenza, costituisca un polo industriale a ciò finalizzato.
Assentire o addirittura sostenere la costruzione di un impianto di teleriscaldamento alimentato “dalla Stufa per rifiuti” di Valmadrera , significa creare le condizioni alla scadenza della autorizzazione all’esercizio fra undici / tredici anni la stessa venga proposta per il rinnovo per consentire il funzionamento della rete di Teleriscaldamento.
La conseguenza di ciò, fatalmente, è “importare” rifiuti da fuori provincia e Regione come si sta già facendo in Lombardia.

Stefano Parolari

A supporto di cio’ è la stessa presentazione del Politecnico “Teleriscaldamento per il territorio di Lecco, Malgrate e di Valmadrera” che a pagina 20 nelle conclusioni riporta :

“Il teleriscaldamento è una tecnologia che consente forti risparmi in termini di energia primaria ed emissioni”

Gli impianti che consentono maggiori risparmi di combustibili fossili e di emissioni di CO2 sono quelli alimentati a rifiuti e a biomasse;

E’ in prospettiva integrabile con altre fonti rinnovabili (biomasse; biogas; solare termico; pompe di calore); “

Non volendo mettere in discussione l’autorevolezza e la competenza del Politecnico di Milano, dobbiamo rilevare che lo stesso afferma che gli studi e le esperienze portano a considerare la produzione di calore per termodistruzione di rifiuti sia la scelta più ecologica almeno considerando il parametro della produzione di andiride carbonica (CO2).

L’altra fonte di alimentazione ecologica, sono le bio masse.

La differenza è che :per alimentare il teleriscaldamento con le bio masse il produttore di calore ( ovvero SILEA ) le deve acquistare; per alimentare il teleriscaldamento con i rifiuti il produttore di calore (ovvero SILEA ) viene a pagato da i cittadini per bruciare rifiuti;

ne discende che il progetto di teleriscaldamento per essere sostenibile dal punto di vista economico deve continuare ad essere alimentato almeno nella sua parte rilevante dalla combustione dei rifiuti oltre che di GAS METANO come previsto nel progetto per garantire alla rete di teleriscaldamento, con continuità, sufficiente acqua calda.

Quindi : nel caso il calore non verrà più prodotto dalla combustione dei rifiuti , ll progetto deve prevedere e dichiarare il rialzo delle tariffe addebitate ai cittadini enti e istituzioni che si sono serviranno del teleriscaldamento; nel caso, invece, si prediliga la sostenibiltà economica il progretto deve esplicitare la previsione della possibilità di prolungare la vita del forno inceneritore appunto per produrre il calore necessario per alimentare il teleriscaldamento, è necessario per onestà politica che, prima di procedere a ulteriori passi si affermino chiaramente, indirizzi scelte e conseguenze.

Quanto finora eplicato, rende difficoltoso il verificarsi della prospettiva della chiusura della “grande Stufa” di Valmadrera. Questa volontà per essere credibile, deve essere deliberata dall’ Assemblea dei comuni soci di SILEA e ricompresa nelle convenzioni attualmente in approvazione ne i comuni di Lecco, Malgrate e di Valmadrera” .

L’ordine del giorno del consiglio comunale di Valmadrera, che prevede la richiesta ai comuni soci di impegnarsi a ridurre le emissioni clima alteranti, ritenendo che la conseguenza sia l’impegno dei soci a chiudere il forno incenritorie è in aperto contrasto con quanto scritto dal Politecnico di Milano a pagina 20 delle relazione , in quanto le conclusioni riportano l’alimentazione co i rifiuti come tecnologia a ridotte emissioni clima alteranti;

Si noti inoltre che lo strumento dell’ordine del giorno utilizzato dal comune di Valmadrera ha un valore che non vincola in alcun modo i comuni soci di SILEA nei in senso politico ne in senso giuridico.

Vedremo.  E’ necessario inoltre chiarire, un altro aspetto, che è rimasto oscurato dal dibattito concentrato sulla alimentazione a rifiuti della rete.

Non essendo infinita l’energia ovvero l’acqua calda producibile dalla centrale di Valmadrera, lo sviluppo ne gli anni del progetto e anche la sua sostenibilità economica, porteranno alla costruzione nel cuore del territorio dei tre comuni interessati di altre centrali di produzione dell’acqua calda di dimensioni significative, si immagina alimentate con biomasse o GAS METANO essendo le fonti rinnovabili più classiche come solare termico e pompe di calore fonti integrative ma non alternative.

Nulla di tragico ma è bene che si sappia.

La potenzialità Lombarda in materia di termo distruzione rifiuti conseguenze economiche sulla tariffa rifiuto.
Nel territorio, delle Regione Lombardia, gli impianti autorizzati al trattamento per Termo distruzione dei rifiuti solidi urbani, superano già di circa il 20 % , il quantitativo totale di quelli prodotti e teoricamente indirizzati alla termo distruzione, ciò ancor prima delle politiche di riduzione delle produzione dei rifiuti a ciò destinati.

Questo è il dato tecnico reale che ha indotto la Giunta Regionale al programma di progressivo spegnimento dei termo distruttori di vecchia concezione e ridotte dimensioni.

Un termo distruttore troppo grande per i Rifiuti della Provincia di Lecco ma troppo piccolo per garantire tariffe competitive .
La potenzialità di rifiuti trattabili dalla grande Stufa di Valmadrera in un anno è di 110.000 mila tonnellate anno , le esigenze proprie della provincia di Lecco non superano le 70.000 mila tonnellate. I rifiuti solidi urbani della Provincia di Sondrio che inizialmente sembravano destinati per il trattamento a Valmadrera, vengono termo distrutti in un altro impianto lombardo.

Si utilizzano come unità di Kg ( ovvero tonnellate) perché sono più comprensibili dal cittadino e dalla popolazione non addetta ai lavori.

Le conseguenze primarie sono due : la prima è che un forno piccolo, ha per sua natura dotazioni di sicurezza e di controllo delle emissioni simili se non uguali quelle di un forno di dimensioni anche 10 volte più grande e quindi i conseguenti costi operativi sono molto maggiori.

L’onere tariffario dell’incenerimento gravante su comuni soci di SILEA, per cui su i cittadini Lecchesi, sarà se non è già superiore a quello dei cittadini di altre provincie Lombarde;
ne discende che le tariffe di trattamento per incenerimento dei comuni della provincia di Lecco saranno strutturalmente più alte, in confronto ad altre provincie.
Anche questo è un aspetto che va esplicato molto chiaramente alla comunità Lecchese.

La seconda conseguenza è che per alimentare le linee e produrre acqua calda per il teleriscaldamento, SILEA dovrà accogliere strutturalmente rifiuti provenienti non solo da fuori provincia, ma anche da fuori Regione.

Aspetto sanitario ovvero le conseguenze sulla salute dei cittadini di Valmadrera e Civate e altri comuni contermini per la presenza della grande Stufa

Non è di secondario aspetto, il risvolto Sanitario del funzionamento di un forno inceneritore nel nostro terriorio, in questi anni unitamente a molti Sindaci abbiamo richiesto analisi epidemiologiche unendo la tipologia “caso controllo” a quella di tipo “coorte” attualmente in corsi per valutare i rischi sopra detti.

E’ evidente, che in un territorio molto antropizzato, con la presenza storica di numerose aziende che mettono sotto pressione l’ambiente ( fonderie, cartiere, presenza di superstrada) è difficile dimostrare la correlazione diretta ( causa effetto) tra la presenza di un impianto di incenerimento rifiuto ed il manifestarsi di patologie dalle malattie del sistema respiratorio a quelle tumorali; quindi non mettendo in discussione la serietà del protocollo e dell’approccio di ATS Brianza, non è affermabile la diretta correlazione tra presenza di impianti e patologie sanitarie.

Non di meno, il non poter affermare con certezza correlazione causa effetto, non può far escludere a priori che le attività umane ,non solo la termo distruzione di rifiuti e quelle produttive industriali producono inquinamento e il concorrono quindi ad un peggioramento dell’ambiente in cui viviamo.

Non di meno è nostro dovere coinvolgere la popolazione, nelle scelte politiche che vengano fatte “per loro” .

La popolazione, non solo nel nostro territorio, è convinta della sussistenza tra causa effetto tra la presenza di attività industriali a forte impatto ambientale tra cui termo distruttore e il manifestarsi di patologie sanitarie più o meno gravi, questo al di là delle evidenze e dimostrazioni scientifiche e anche senza sia necessario che fattori esterni fagocitino questa convinzione.

Gli ultimi anni dovrebbero averci convinto che è difficile costruire qualsiasi cosa, senza la fiducia delle comunità interessate”.

Grazie
alla prossimo puntata

Lega Lombarda Lega Salvini
Provincia di Lecco
Stefano Parolari