Benessere in movimento. Palestre e piscine chiuse: “Evitare il collasso”

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RUBRICA – Pensando alla chiusura prorogata delle palestre e delle piscine, scrivo questo articolo con profondo dispiacere, consapevole del triste e drammatico periodo che stiamo vivendo.

Tra i diversi settori, lo Sport è probabilmente quello al quale è stato richiesto un sacrifico maggiore rispetto ad altre realtà.

Noi operatori sappiamo benissimo come alcune regolamentazioni del DPCM siano difficili da metabolizzare. Per esempio, non sono concesse nemmeno lezioni individuali negli studi personal training e considerate che lavorare singolarmente con un cliente alla volta significa: organizzare gli ingressi scaglionandoli su appuntamento, accedere alla struttura con rilevazione della temperatura corporea, iter di igienizzazione e naturalmente sessione di allenamento con il mantenimento della distanza e l’utilizzo delle protezioni.

In tutto questo, è evidente che le situazioni di maggior rischio contagio siano molto più elevate in altri contesti nei quali le restrizioni sono state ben diverse. E’ sufficiente orientare lo sguardo da un’altra parte, scegliete voi dove, per poterne avere l’evidenza.

Realtà che possono educare e fare bene alla persona

Le realtà sportive, gestite in modo intelligente, possono avere un ruolo di profonda educazione della persona sia dal punto di vista igienico che comportamentale.

Era così già con il Ginnasio della Grecia antica, un luogo dove i giovani si allenavano per le gare atletiche e che, con il passare del tempo, divenne anche un luogo per il ritrovo e l’educazione.

Palestre e piscine hanno un’utenza trasversale sia per fascia di età che per molti altri aspetti.

Mi vengono in mente i ragazzi dell’associazione Oltretutto 97 che ora non possono frequentare la piscina, gli studenti che vedevo in palestra dedicarsi con impegno all‘attività fisica, alcuni clienti anche di età molto avanzata abituati a frequentare gli impianti sportivi per fare esercizio fisico ma soprattutto per rispondere ad uno dei bisogni primari che l’uomo ha (come Maslow ci insegna): il desiderio di appartenenza, attraverso le relazioni umane, l’affetto e l’amicizia.

Evitare il collasso del settore e l’effetto domino

Centri fitness e piscine sono al collasso, chiusi in pratica da 12 mesi se si esclude la breve parentesi estiva. Concludo questo scritto sottolineando che se il CTS ha valutato che la chiusura sia l’unica soluzione, le diverse imprese che fanno questo di mestiere, senza entrate da un anno, non possono più sostenere i costi fissi di affitto, mutuo, utenze..etc.

Per mentalità e filosofia uno sportivo è abituato a lottare anche nel fare impresa ma, se parliamo di chiusura, l’unica soluzione è semplice per logica.

E’ necessario che il governo si impegni con dei veri ristori, altrimenti non si potrà più andare avanti e il danno economico a queste attività creerà, per effetto domino, un collasso anche su altri reparti.

Mi complimento con gli imprenditori del settore per la resilienza con la quale si stanno ponendo di fronte a questa situazione anche considerando che, ad oggi, non abbiamo ancora un Ministro dello Sport e nemmeno la sua delega è stata ancora assegnata.

Quando la pandemia sarà finita sarà necessaria una nuova riforma dello Sport che ridefinisca molti aspetti, ma questa è un’altra storia.

Prof. Marco Brusadelli
Dottore in Scienze motorie e sportive – Massoterapista
email: marco_brusadelli@hotmail.it
www.marcobrusadelli.it
Riceve per appuntamento presso:
Clinica In Salus, via Carlo Alberto 17/A, Lecco (LC)
Centro Sportivo Comunale “al Bione”, via Buozzi 34, Lecco (LC)
Manzoni Fitness Club Vicolo Giardino, 3 Milano (MI)


 

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