Come acquisire la testa del campione? Il pensiero controllato

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Settimana scorsa abbiamo anticipato le caratteristiche del pensiero dei campioni:

– hanno la percezione di avere capacità sportive in grado di far fronte alle richieste.
– tutto viene visto come sfida (e non come sfiga 🙂 ), sia gli elementi positivi che quelli negativi.
– sono proiettati nel futuro, quando possibile pensano già alla prossima manche, alla prossima gara o alla prossima partita. Poco spazio alla ruminazione mentale.

Come si possono allenare queste modalità di pensiero? Il tema è vasto e richiederà più interventi, ma innanzitutto è necessario non dimenticare il principio di base: esserne a conoscenza!

Quest’affermazione merita un chiarimento che rappresenterà il tema portante dell’articolo di questa settimana. Molto spesso, anche al di fuori dell’ambito della preparazione mentale, quando si vuole prendere una decisione si dichiara: “devo pensarci su”, ma in molti casi difficilmente si procede ad un reale pensiero sistematico. Il più delle volte, anche per scelte cruciali, ci si limita a riflessioni superficiali nei momenti più disparati: al supermercato, mentre si guida, durante la pubblicità in tv e… in bagno! Questi pezzi poi vengono messi insieme ed ecco che la soluzione magicamente arriva. In molti casi può funzionare ma questo genere di approccio ha la tendenza, con il tempo, a fornire le medesime risposte anche a fronte di situazioni completamente differenti, ciò a causa di un automatismo acquisito (il nostro corpo è parsimonioso e tende sempre a risparmiare risorse quando possibile. Succede anche con i pensieri). Pertanto il suggerimento è di fare in modo che il pensiero approfondito (il cosiddetto “pensiero controllato”) abbia sempre la meglio. Non è così difficile, sedetevi con carta e penna e scrivete il vostro problema su due colonne: vantaggi e svantaggi. Banalissimo, vero. Ma quante volte lo avete fatto veramente nella vostra vita? E, se ci pensate, perchè non lo si fa spesso? Perchè richiede fatica. E perchè richiede fatica? Perchè impieghiamo risorse del nostro cervello per farlo… ma questo è proprio quello che vogliamo: usare a pieno regime la nostra mente, volontariamente.

Per fare in modo che il cervello elabori in modalità controllata è necessario costruirgli attorno un contesto che dia validità all’atto: il pensare deve essere, per così dire, “istituzionale”. Un allenatore, ad esempio, può benissimo creare dei momenti ad hoc, spazi nei quali ragionare sugli aspetti rilevanti dello sport di riferimento e favorire il pensiero elaborato.

Ancor più indicato può essere l’intervento dello Psicologo dello Sport: attraverso i suoi strumenti e grazie ad un approccio orientato ad approfondire gli aspetti psico-sportivi dell’atleta è in grado di proporre una cornice che favorisca una maggior consapevolezza sui contenuti, all’interno dell’allenamento stesso e come parte integrante di esso.

Questo è ciò che si intende quando si parla di “essere a conoscenza” dei 3 elementi indicati ad inizio articolo: vuol dire farli veramente propri, non solo leggerli ed impararli, ma esaminarli conoscendone i vari aspetti, confrontarli con le proprie sensazioni ed idee, comprendere dove possono esserci eventuali margini di miglioramento personale, trasformarli in azioni pratiche e organizzate di settimana in settimana, monitorare nel tempo i feedback e i risultati ottenuti… azioni che non possono essere assolutamente svolte in modalità automatica!

Dott. Mauro Lucchetta

Per domande o dubbi: mauro.lucchetta@psicologiafly.com
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18 marzo – La definizione degli obiettivi sportivi

11 marzo – Prima di visualizzare: osservare!

5 marzo – Il dialogo interiore

27 febbraio – Introduzione alla psicologia dello sport