L’appello: “Ridurre i disagi causati dall’elicottero al piazzale della funivia di Erna”

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L'elicottero atterrato nei pressi del piazzale della partenza della funivia dei Piani d'Erna

Il velivolo, impegnato per lavori sul Magnodeno, ha come punto di appoggio per carico e scarico lo spiazzo a fianco del parcheggio della partenza della Funivia

Antonio Bolis del Bar della Funivia: “Nessuna polemica. Ma la frequenza è diventata esagerata e sta diventando un problema”

LECCO – I lavori di carico e scarico effettuati tramite elicottero a lato del piazzale della partenza della funivia di Erna stanno creando qualche problema. Il velivolo, impegnato nel trasporto di materiale necessario per i lavori di realizzazione dell’invaso-abbeveratoio, situato nei pressi del monte Magnodeno, ad ogni arrivo, inevitabilmente, alza un vortice di polvere e piccoli sassi che avvolgono le auto parcheggiate e le due attività attigue: la biglietteria della partenza della funivia e il bar con annesso B&B questi ultimi gestiti da Antonio Bolis.

E proprio quest’ultimo lancia un piccolo appello a chi di dovere affinché si possa trovare una soluzione alternativa, ad una situazione che sta diventando “penalizzante”, come lui stesso l’ha definita.

“Tutti dobbiamo lavorare e sono io il primo a dirlo, consapevole che certi lavori inevitabilmente possono creare qualche disagio, che va capito e sopportato. Ma quanto sta avvenendo ormai da diversi giorni è penalizzante – spiega Bolis – La frequenza dell’attività di carico e scarico effettuata dall’elicottero è diventata esagerata, e quando il velivolo arriva genera un vortice di polvere, sabbia e piccoli sassi che vengono propagati a diverse decine di metri di distanza. Questo ha due ripercussioni: il rischio di danneggiamento delle auto posteggiate nel piazzale, che in questo periodo di fine estate e con molti turisti ancora in città sono numerose e il disturbo della clientela che frequenta bar e b&b, parte della quale sale in funivia”.

Esternazioni che Bolis stesso tiene a sottolineare: “Non vogliono essere una polemica, ma un’osservazione dello stato dai fatti e di conseguenza un invito, a chi di dovere, nel cercare laddove sia possibile, un punto di appoggio alternativo, quanto meno per diminuire la frequenza dei passaggi dell’elicottero. Anche perchè – conclude Bolis – in verità sono già state individuate e in passato già utilizzate due aree sottostanti”.