ROMA – Ha provato il senatore Paolo Arrigoni a bloccare il Sistri attraverso un emendamento al Milleproroghe finalizzato a posticiparne l’entrata in vigore, ma il Governo Renzi ha detto no.
“Il 26 febbraio, in fase di conversione del decreto Milleproroghe, ho presentato a mia prima firma un emendamento per chiedere la proroga dell’entrata in vigore del Sistri per i produttori di rifiuti pericolosi – spiega il senatore del Carroccio – Nell’illustrazione dell’emendamento mi sono direttamente rivolto al neo-ministro per i Rapporti con il Parlamento e delle Riforme Maria Elena Boschi, presente in rappresentanza del Governo, chiedendo di non perdere l’occasione per dare segnale di vicinanza alle imprese”.
L’emendamento è però stato respinto, così come quelli presentati nel 2013 su altri provvedimenti, tesi a chiedere il rinvio ma anche l’esclusione dall’obbligo per i produttori di piccoli quantità di rifiuti.
“Eppure il mondo delle imprese anche a livello locale ha evidenziato – e continua a sottolineare – le problematiche relative a questo costoso, obsoleto e non funzionante sistema di tracciabilità dei rifiuti: sono già intervenuti Api Lecco, quale giorno fa, e Confcommercio Lecco, oggi”, prosegue Arrigoni, che in Senato si è fatto portavoce del problema. La risposta del Governo Renzi è stata la bocciatura dell’emendamento del senatore lecchese che chiedeva “il differimento al 1° gennaio 2015 per l’operatività del SISTRI per i produttori iniziali di rifiuti pericolosi, anche perché non sono stati ancora emanati i decreti di semplificazione del sistema promessi dal Ministro dell’Ambiente e previsti anche dal comma 7 dello stesso articolo 11 del DL 101/2013”.
Arrigoni, nel corso della discussione, aveva anche fatto presente al Ministro Boschi come, “in particolare, sono emerse difficoltà per i produttori iniziali di piccole quantità di rifiuti pericolosi, poiché il nuovo sistema non ha introdotto specifiche disposizioni per rendere semplice, efficace e poco oneroso l’esercizio del sistema per tali soggetti”.