LECCO – Le feste natalizie sono appena trascorse ma per gli operatori del Pronto Soccorso di Lecco non è stato un periodo di vacanza: nelle ultime due settimane, infatti, la struttura sanitaria d’emergenza dell’ospedale Manzoni è stata presa d’assalto dai pazienti, facendo registrare ben 2755 accessi tra la Vigilia di Natale e l’Epifania, 150 in più rispetto a quanti se ne erano verificati nel 2013.
“Un incremento di dieci casi al giorno” ha sottolineato il primario Luciano D’Angelo. Gli strascichi di questa situazione si stanno protraendo anche in questi giorni con pazienti “alloggiati” su barelle sistemate nei corridoi e attese più lunghe per i casi di minore gravità.
Una tendenza, quella dell’aumento di malati visitati in Pronto soccorso durante le festività di Natale, che si era già verificata in passato ma che quest’anno ha inciso con maggiore evidenza, come dimostrato anche dai dati.
L’incremento ha riguardato anche i pazienti più gravi, classificati in codice rosso, passati dai 59 casi dello scorso anno ai 75 di queste festività; lo stesso per i codici gialli, saliti dai 455 del Natale 2013 ai 483 delle ultime due settimane. Aumentati anche i casi pediatrici, perlopiù legati a febbre e patologie delle vie respiratorie.
Per il primario ci sarebbero più fattori che concorrerebbero a creare questa condizione: “L’invecchiamento della popolazione è uno di questi ed il trend degli ultimi dieci anni è quello di una crescita del numero di pazienti visitati in Pronto Soccorso – spiega il dott. D’Angelo – si tratta di soggetti più fragili e l’incidenza di fattori virali, quindi dell’influenza di questo periodo, condiziona lo stato di salute di anziani ma anche di pazienti diabetici o gravati da altre malattie”.
Con il Pronto Soccorso “intasato” di richieste si sarebbero allungati a dismisura i tempi d’attesa per i casi meno urgenti; c’è chi dice di aver atteso anche sette ore per poi decidere di recarsi in altri ospedali vicini, come quello di Merate o di Erba.
“Banalmente potrei affermare che avremmo bisogno di più spazi e più personale, ma si tratta di decisioni che vanno oltre la gestione interna dell’ospedale di Lecco, altre strutture analoghe vivono la nostra stessa situazione ed anzi, con le risorse che abbiamo a disposizione, svolgiamo un lavoro egregio. Sono scelte che deve compiere la politica – spiega il dott. D’Angelo – ci sono però delle azioni che si possono mettere in atto ed una di queste è educare la popolazione”.
Secondo il primario, il Pronto Soccorso è visto dal cittadino come una risposta sanitaria di elevata qualità e sotto le feste, se il medico di famiglia non è disponibile, molti deciderebbero di recarsi e farsi visitare nella struttura di via Filanda. “Il cittadino dovrebbe venire in Pronto Soccorso solo quando non ci sono altre alternative – ha proseguito – l’ospedale può invece rende più fluido l’accesso al ricovero, ci sono alcuni progetti a cui stiamo lavorando facendo squadra con i reparti e dialogando con la direzione”.
Se i pazienti che arrivano con codice rosso vengono trattati immediatamente, i tempi di attesa medi appuntati nel bilancio dell’ospedale redatto lo scorso anno fanno registrare per i codici gialli una media di 20 minuti, per i verdi di 80 minuti (erano oltre 90 nel 2011) e una attesa media di 105 minuti per i bianchi (erano 170 nel 2011); statistiche che inevitabilmente risentono delle condizioni giornaliere di affluenza al Pronto Soccorso.
“C’è da sottolineare che il metodo di lavoro è cambiato rispetto al passato e comporta maggiori sforzi anche in termini di tempo – spiega il primario – se in passato si visitava il paziente e si decideva sull’eventuale ricovero ospedaliero, oggi si fanno diversi esami e tanti passaggi diagnostici per indirizzare il malato verso uno specifico reparto. Allo stesso tempo i medici del Pronto Soccorso, 14 dottori per quanto riguarda l’ospedale di Lecco, hanno gestito in questi giorni pazienti gravissimi in meno di un’ora, in due casi in particolare si trattava di un aneurisma e di un infezione generalizzata, salvando le loro vite. Per questo non posso che ritenermi soddisfatto del nostro personale sanitario”.