CASSAGO – Sentenza di condanna quella espressa lunedì dal Tribunale di Lecco nel processo per traffico illecito di rifiuti a carico della Perego Strade: condannati i titolari Ivano Perego (2 anni di reclusione), Claudio Perego (1 anno di reclusione), Elena Perego (1 anno di reclusione) oltre che i dipendenti Sala Paolo e Ghezzi Tommaso (ciascuno ad 1 anno e 4 mesi di reclusione, pena sospesa).
I responsabili della Perego Strade risultavano accusati di reati ambientali per il traffico e lo sversamento illecito di rifiuti in molti cantieri, tra Lecco, Como e la Brianza. Nel dicembre del 2012, Ivan Perego era già stato condannato a 10 anni di reclusione dal Tribunale di Milano nell’ambito dell’operazione Infinito che ha smascherato le ramificazioni della ‘ndrangheta in Lombardia.
La sentenza odierna è stata accolte con soddisfazione dal Circolo Ambiente Ilaria Alpi, , che si è presentata al processo come unica parte civile:
“Le condanne dimostrano la solidità delle accuse emerse nelle indagini sul traffico illecito di rifiuti – spiegano gli ambientalisti – Come da noi più volte dichiarato, la nostra costituzione di parte civile aveva come scopo principale il sostegno all’azione della DDA (Direzione Distrettuale Antimafia) di Milano che ha avviato l’inchiesta. Rispetto al rigetto della nostra richiesta di risarcimento, ribadiamo il rammarico che la costituzione di parte civile non sia stata presentata dalle Istituzioni (Comune, Regione, Ministero dell’Ambiente), che sicuramente avrebbero potuto ottenere il risarcimento. In ogni caso ci resta il dubbio sui reali danni ambientali in molte zone della Brianza, su cui riteniamo si debbano eseguire (sempre da parte delle Istituzioni preposte) verifiche più approfondite, finalizzate all’eventuale ripristino dei danni arrecati al sottosuolo da parte dell’impresa Perego Strade”.
“Si rammentano i dati contenuti nel decreto di rinvio a giudizio dei titolari della Perego Strade – proseguono dall’associazione – migliaia di tonnellate di rifiuti di diversa origine (provenienti da vari cantieri, tra cui alcuni di Como e Milano) depositate senza autorizzazione nell’area della ex cementeria di Cassago Brianza. Più di centomila metri cubi di macerie da demolizione provenienti da svariati cantieri, depositati dapprima a Cassago e poi portati in alcuni cantieri della zona, nel periodo che va dal 2008 al 2009”.
Proprio qualche anno prima, nel 2006, il Circolo Ambiente “Ilaria Alpi” lanciò un allarme sui possibili danni ambientali derivanti dal deposito di inerti nella miniera di Cassago Brianza, annessa all’area dell’ex cementeria. Così scrivevano “… non è chiaro chi e come eseguirà i controlli sul materiale conferito. La preoccupazione è infatti che i controlli vengano delegati … alle stesse imprese edili che conferiranno i loro scarti”, e paventavano possibili conferimenti di “materiali inquinanti” nell’area della miniera di Cassago, allora gestita proprio dalla Perego Strade.