Sabina Guzzanti geniale nel raccontare il nostro “Secolo di Merda”

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LECCO – In due ore di monologo Sabina Guzzanti ha spiattellato in faccia al pubblico lecchese del Teatro della Società la nuda e cruda realtà del nostro vivere in un “Secolo di Merda”. E noi, “merdolani”, abbiamo applaudito, riso (il più delle volte a denti stretti) dinnanzi ad un quadro che l’attrice romana ha dipinto con i vivi colori dell’estro, della genialità, dell’ironia, del sarcasmo e della schiettezza.

 

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In “Come ne venimmo fuori”, questo il titolo dello spettacolo portato in scena sabato sera a Lecco, il presente, bollato come “Secolo di Merda” viene raccontato dalla Guzzanti da un futuro lontano, dove regna la pace, dove non attecchisce la rabbia e dove si cerca di “leggere” il passato (ovvero il nostro presente) a volte così assurdo da arrivare a credere che certe cose non siano potute accadere veramente.

 

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Ed è cosi che SabnaQf2, in questo futuro senza spazio e senza tempo, accetta di tenere un discorso celebrativo sulla fine del periodo storico più buio che l’umanità abbia mai fronteggiato, rivolto alla sua gente per non dimenticare il passato e come si sia potuto superare il “Secolo di Merda”. Un monito per non commettere più gli errori di un tempo che fecero cadere gli italiani (popolo al quale principalmente si riferisce), da uomini di cultura, intellettuali, creativi, civili in “merdolani”, ovvero persone egoiste, frustrate, materialiste e ignoranti.

 

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Un excursus che comincia dal ‘600 e dal dipanarsi dell’ideologia liberista (che si pone su un piano economico per affermare le virtù del libero scambio e criticare i limiti che esso si vogliono porre) poi divenuta neoliberista e che ci ha accompagnati alle soglie del “Secolo di Merda”. Il periodo al quale  SabnaQf2 si riferisce va dalla Prima Guerra Mondiale al 2041 (avete letto bene, ndr). In questo secolo gli uomini hanno subìto il domino del sistema capitalistico, spegnendosi, rassegnandosi apaticamente e ritrovandosi a vivere una vita gestita dal capitalismo.

Sabina Guzzanti lo fa sintetizzando questo lungo periodo storico con ironia e sarcasmo, tirando fuori dal suo repertorio di imitazioni personaggi come Silvio Berlusconi, Maria De Filippi e l’ex presidente di Confindustria Emma Marcegaglia.

 

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Il racconto che ne emerge è tragicomico e maledettamente vero. L’uomo preferisce non pensare più, perché costa fatica, ma si sente comunque di dover dire qualcosa e allora ecco la tecnologia, il social network Facebook, che la Guzzanti chiama solo “FB”, dove il “merdolano” vuole sentirsi protagonista scrivendo le sue opinioni che altro non sono che un copiaincolla di pezzi di conversazioni presi chissà dove, parti di articoli di giornale, frasi fatte  e così via… in un turbinio di ovvietà e insensate opinioni. Si preferiscono così il talk show ai libri scivolando lungo un piano inclinato che porta inesorabilmente verso l’ignoranza.
Tanti tantissimi gli aspetti che SabnaQf2 analizza, dal razzismo, al rapporto Stato-Mafia, passando per l’Euroegemonia, le discriminazioni… tutti rei, tutti responsabili, tutti coinvolti, ma nessuno fa nulla. Nessuno reagisce, nessuno muove un dito.

Come fare quindi a “venirne fuori”? Il sistema ideologico in cui viviamo ci fa credere che il cambiamento sia impossibile”. In realtà sta a noi reagire, smettere di sopportare tutti i soprusi, superare questa situazione e lasciarci alle spalle il “Secolo di Merda”.

 

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