Migranti. Germano Bosisio: “La guerra tra poveri a chi giova?”

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Germano Bosisio
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LECCO – “Stiamo assistendo da tempo ad un fenomeno migratorio sempre più accentuato. Qualcuno dirà che si è sempre storicamente verificato ma ora indubitabilmente ha assunto un vero e proprio carattere “strutturale” e non si può più ignorare che ciò sia soprattutto causato da un sistema “inequo alla radice” (mutuo  volutamente questi termini da papa Francesco).

Contemporaneamente si stanno purtroppo registrando sia a livello nazionale che locale, spesso strumentalmente amplificati da certi medi, episodi che definire d’intolleranza è poco.

L’ultimo, sotto gli occhi di tutti, è avvenuto a Goro in provincia di Ferrara.

Va bene che certo “buonismo approssimativo” non è certo esente da colpe ma “buttare il bambino” (letteralmente) con l’acqua sporca ( le metodologie discutibili ) non può non essere perlomeno definito come una perdita d’umanità.

Ed allora s’impongono, a mio parere,  ineludibili interrogativi e conseguenti considerazioni che cerco, ovviamente semplificando al massimo per sinteticità e senza indicare facili ( non esistono) soluzioni “salvifiche”, di porre all’attenzione di tutti coloro che, in buona fede,  si stanno ponendo il “cosa fare” in termini di eticità, ma anche con “senso pratico”.

E’ indubitabile che le scelte concrete da fare ci riguardano tutti, dalle massime istituzioni nazionali all’ultimo cittadino responsabile, ma è altrettanto chiaro che non si possa prescindere da un’analisi che parta dall’individuazione della cause principali, che a “vista” sembrerebbero interessare di meno e ne capisco il perché.

E su questo fronte, se vogliamo essere uomini “giusti”, non possiamo far finta d’ignorare che tutto ciò è soprattutto dovuto ad un sistema strutturalmente inequo (ribadisco) dove conta più l’oscillazione di 2 punti percentuali di borsa che la vita degli emarginati (l’esempio è sempre di papa Francesco), dove la “dittatura speculativa” di una finanza disumana getta milioni di persone nella precarietà assoluta, dove i rapporti tra Paesi ricchi e quelli poveri è regolato da leggi commerciali in modo clamorosamente vantaggioso per i primi e dove i secondi vengono continuamente saccheggiati delle loro materie prime anche, e spesso purtroppo, con il consenso delle loro classi dirigenti, dove le guerre rappresentano un crudele e cinico alibi all’industria delle armi e sono strumento di ipocrita vessazione geopolitica.

Tutto questo, ma c’è molto altro di simile, come può non concorrere a determinare squilibri strutturali che poi inesorabilmente si ripercuotono sui popoli e su ogni essere umano più debole, al di là di provenienze, fedi, culture ?

Vista così, anche solo dalla prospettiva di singoli individui (la parola è mirata perché il sistema “lavora” a renderci tutti sempre più “individualisti” ) ma comunque consapevoli, non ci si può limitare cinicamente ad una pura presa d’atto : non si può non percepire , più o meno consciamente, il rischio di esserne “complici” spingendoci addirittura ad identificare le altre “vittime” come nostri “avversari”, da cui difenderci.

profughi-ex-convento-15-510x354 (1)E’ questa la palese contraddizione : il sistema definito neoliberista, che mercifica tutto, “ride” perché riesce a mettere, mediante una grande opera di mistificazione e la muta acquiescenza  delle classi dirigenti,  l’una contro l’altra le proprie “vittime” ( i più “deboli”, a qualunque parte del mondo appartengano) facendone, nei fatti, i propri migliori “alleati”.

Ecco perché chi “soffia” sul fuoco fa il gioco del sistema e non invece lo combatte come a parole dice di voler fare. E così pure, al contrario, chi  pratica “assistenzialismo” predicando solidarietà ne mina alla base la credibilità.

Quindi attenzione a non sbagliare obiettivo : va costruita un’alleanza tra i più deboli (99%) contro i più forti”(1%) e non farsi dividere da europeismi, nazionalismi, regionalismi … fino al livello condominiale , come peraltro anche da presunte guerre di religione o simili mascheramenti.

Volendo usare uno slogan semplificatorio direi “ Precari di tutto il mondo unitevi” !

E tanto per scendere al pratico : ad esempio questa “Europa” dei banchieri e degli egoismi nazionali va contrastata e rifondata perché non è certo l’Europa dei Popoli che tutti  continuiamo ad auspicare.

Ed ancora : il problema del Lavoro per tutti non può essere ridotto a “campanilismo” o a diritti di “prelazione” perché il diritto all’esistenza dignitosa riguarda ognuno di noi al di là del colore della pelle o quant’altro : tutti assieme bisogna far gettare la maschera ad un sistema che usa il mercato per dividere e rendere antagonisti  tra loro (altro che competitività) le proprie vittime/consumatrici. Un sistema che predica civiltà,  giustizia e diritti ma che ha reso più conveniente “far soldi coi soldi” e non con il Lavoro, che concede scappatoie “istituzionalizzate” per non assolvere ai doveri sociali legittimando i Paradisi Fiscali. Un sistema che preordinatamente si è dato delle norme apparentemente “paritarie” ma invece fortemente sbilanciate per garantire ai più forti di rimanere tali (regime delle proprietà intellettuali, brevetti, meccanismi di stabilità, fiscal compact, rapporti commerciali asimmetrici ….): Qualcuno ha giustamente ricordato che “far parti uguali tra diseguali” rappresenta la maggior ingiustizia possibile !

Naturalmente tutto questo non può essere poi giustificatorio di comportamenti singoli esecrabili anche da parte dei più svantaggiati ( a loro volta imbevuti di spesso di individualismo esasperato promosso e propedeutico al sistema).

La regola d’oro è : non solo diritti uguali per tutti ma anche doveri !

Quindi qualsiasi azione non rispettosa della convivenza Civile va corretta  ma a prescindere da ragioni di provenienza o da quant’altre caratteristiche particolari.

Ancora ad esempio ed in pratica mi parrebbe giusto e compatibile il rapporto di 2,5 profughi per ogni mille abitanti adottato dal cosiddetto sistema di “accoglienza diffuso”, semmai occorrerebbe trovarne le modalità migliori per condividere con le comunità d’accoglienza ed integrazione le responsabilità ed il coerente monitoraggio ispirato al connubio diritti e doveri.

Come è altrettanto ragionevole stabilire un congruo regime dei flussi esterni che si intrecci con politiche serie d’aiuto/sostegno anche ai locali.

Ci sarebbero ovviamente molte altre questioni connesse che vanno tenute ben presente ma una cosa mi sembra palese : se non si procede con questo spirito che sappia coniugare solidarietà, giustizia, senso del limite e responsabilità di tutti (sia degli “accoglienti” che degli “accolti”) si genereranno inevitabilmente nuove ingiustizie, foriere soltanto di conflitti sempre più esasperati.

Ad ognuno quindi assumersi le proprie responsabilità contribuendo con serenità ed impegno ad un confronto d’idee e di proposte costruttive.

Circa quest’ultime ne abbozzo anch’io una a livello territoriale ( a livello nazionale è sotto gli occhi di tutti l’importanza di invertire la tendenza alla riduzione degli “aiuto allo sviluppo”)  : visto che spesso si sente lo slogan “aiutiamoli a casa loro” perché  le istituzioni, a partire dalle amministrazioni locali non costruiscono dei “gemellaggi” con villaggi del cosiddetto 3° o 4° mondo?  Se ne trarrebbero benefici reciproci non solo in termini culturali. Il tutto magari, guarda caso, prelevando risorse da chi, tra noi, ha molto di più e finalizzandole sia agli “ultimi” extranazionali che ai nostri indigeni”.

Basterebbe una reale “volontà politica” in questo senso per risolvere molti problemi planetari (sia globali che locali), ma è proprio quella che manca .

“I piani assistenziali, che fanno fronte ad alcune urgenze, si dovrebbero considerare solo come risposte provvisorie. Finché non si risolveranno radicalmente i problemi dei poveri, rinunciando all’autonomia assoluta dei mercati e della speculazione finanziaria ed aggredendo le cause strutturali della inequità, non si risolveranno i problemi del mondo ed in definitiva nessun problema. L’inequità è la radice dei mali sociali” : Punto 202 dell’Esortazione apostolica “Evangelii gaudium” di papa Francesco

Si preferisce invece guardare il dito e fingere di non vedere la luna :  l’enorme e sempre più grande squilibrio economico e sociale prodotto da questo sistema ! E’ questa la grande operazione di rimozione/distrazione di massa che autoreferenzialmente, e sempre meno democraticamente, sta attuando da tempo.

Ricordiamoci quindi  quali siano i nostri veri “avversari” !

Una cosa infine è certa : queste vitali questioni sono troppo importanti per farne oggetto di speculazione partitica, sia da una parte che dall’altra !

 

germano bosisio, cittadino del mondo