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LECCO – “L’impressione è quella di un territorio che sta marciando. E’ innegabile, la tendenza dice che siamo usciti dal periodo peggiore della crisi”.
La fotografia arriva da uno studio dei dati effettuato dalla Cisl. Rita Pavan, segretaria generale della Cisl Monza Brianza Lecco, ed Enzo Mesagna, responsabile del dipartimento Marcato del Lavoro, hanno fornito una analisi dei dati complessiva dai cui partire per capire la direzione in cui lavorare.
“Seppur lentamente l’occupazione nella nostra provincia sta tornando ai livelli pre crisi pur con tutta una serie di criticità. E’ aumentata la quantità del lavoro, bisogna fare una riflessione sulla qualità. Ciò che ci interessava, però, era avere un’idea del trend occupazionale per capire in che direzione sta andando il nostro territorio” ha chiarito la segretaria generale.
I dati presi in considerazione sono quelli dello studio Excelsior – Unioncamere sulle previsioni di assunzione nel periodo dicembre 2017 – febbraio 2018 che parlano di 6120 nuove assunzioni (1120 nel solo mese di dicembre): “Un dato importante. Se andiamo ad analizzarlo ci accorgiamo che il 79,1% viene fatto attraverso lavoro dipendente, dato leggermente inferiore alla media Lombarda (81,7%) e nazionale (84,3%). Se andiamo a vedere la qualità di queste assunzione ci accorgiamo che il 29,2% riguardano il tempo indeterminato e le assunzioni sono rivolte soprattutto al settore manifatturiero e servizi alle aziende. Il settore edile, al contrario, sta ancora soffrendo. E’ il settore che più fa fatica a riprendere la marcia. Il 7,4% ritiene di dover assumere col contratto di apprendistato e il 59,2%, la maggioranza, col tempo determinato”.
Un’assunzione su quattro (24%) avviene nei quadri dirigenziale e di alta specializzazione, mentre il 35,9% guarda ai giovani sotto i 29 anni. Il 15,1% riguarda le donne. “Altro discorso va fatto rispetto all’istruzione: il 16,7% delle assunzioni riguarda laureati, il 34,2% diplomati, il 29,2% qualifica professionale, il 19,9% nessuna qualifica”.
Se si guarda il I Semestre 2017 ci accorgiamo che si sono creati 1079 posti di lavoro in più con 18.424 avviamenti a fronte di 17.345 cessazioni: “Di queste assunzioni però, più del 60% è stata a tempo determinato”.
Anche sul fronte Cassa Integrazione si registra nel 2017 una diminuzione drastica delle ore autorizzate dall’Inps rispetto al 2017. Segnali positivi anche dalle imprese (gennaio – settembre 2017): “Nel comporto dell’industria, a livello di produzione industriale, fatturato e ordini, possiamo dire che si è superato i livelli pre crisi. Rispetto al 2016 è aumentata l’occupazione dello 0,3%, anche se questo dato non è cresciuto di pari passo rispetto a produzione (+5,1%), fatturato (+6,0%) e ordini (+4,8%)”.
Discorso diverso per l’artigianato dove si è registrato un aumento ma siamo ancora ben lontani dai livelli pre-crisi. Ridotti anche i fallimenti (-27,9% rispetto ai primi 9 mesi del 2016).
La fotografia è quella di un territorio che con gradualità sta uscendo dalla crisi: ” Non sono tutte rose e fiori – ha detto la segretaria generale Rita Pavan – ci sono delle criticità ma il quadro deve indirizzare le politiche da mettere in campo. L’occupazione è cresciuta dello 0,3%, un dato positivo, ma non a livello della crescita di produzione industriale, fatturato e ordini”.
“Quali sono secondo noi le questioni aperte?- ha continuato Pavan – Maggior legame scuola-lavoro; sostenere processi di innovazione e internazionalizzazione delle imprese, rafforzamento delle competenze dei lavoratori a tutti i livelli, qualità dell’occupazione (troppe forme di lavoro precario penalizzano lavoratori e aziende), occupazione femminile, investire nelle politiche attive e uno sportello lavoro per accompagnare chi perde il posto nel processo di ricollocazione”.
La Lombardia è caratterizzata da un mercato del lavoro dinamico: “Positivo il fatto che gli avviamenti superino le cessazioni, in questi avviamenti però c’è molta precarietà e va rafforzato il dato dell’assunzione stabile”.
